sabato 5 novembre 2011

Di scarpette, topoline danzanti e prove mancate...

Mom: Corri amore, che facciamo tardi alla prova di danza!
Despota: ma perché non ho il body e le scarpette?
Mom: perché ancora non abbiamo deciso se DAVVERO vuoi fare danza. Le compreremo dopo.
Despota: non è giusto, avranno tutte le scarpette e io no. Non vale!
Mom: ma no, vedrai che non ce l'hanno tutte. E se anche ce l'hanno non fa niente.
Despota: e invece fa, eccome.
Mom: ma è solo per stavolta, se poi decidi che ti piace la danza, mamma te le compra subito.
Despota: promesso?
Mom: promesso.
Despota: certo che come faccio a ballare senza scarpette? Angelina ballerina porta SEMPRE le scarpette da danza.
Mom: ma che c'entra? Quello è un cartone. Angelina non si leva le scarpette neanche per andare a dormire! Non conta.
Despota: come non conta? Angelina ballerina è una ballerina bravissima, super, fantastica e PORTA LE SCARPETTE!!!
Mom: Angelina ballerina è UN TOPO. E questo già la dice lunga.
Despota: Sei veramente CATTIVA. UFFA. E comunque... dove la facciamo 'sta prova?
Mom: “'sta prova” la facciamo alla palestra della scuola. Me lo hai chiesto tu ricordi? Pensavo ci tenessimi. Ho incastrato tutto al millesimo di secondo per riuscire a portarti qui oggi.
Despota: Cosa ti si è incastrato?
Mom: Niente dai. Eccoci eccoci, sono già dentro. Vedi? Non ce l'ha nessuno il body. E neanche le scarpette...
Uomo tuta-vestito: SIGNORAAAAA!! È QUI PER LA PROVA?
Mom: sì. (perché urla così?)
Uomo tuta-vestito: La faccia entrare, si sbrighi hanno già iniziato!
Mom: ah sì, ok. Corri amore, hanno iniziato. Buon divertimento.Vedrai ti piacerà danza!
Despota: sì vado, però poi me le compri le scarpette?
Mom: certo amore mio, vai.
Despota: sì ciao.
Mom: scusi, signore... ma perché l'insegnante ora sta prendendo delle palle?????????
Signore tuta-vestito: come perché? A pallavolo si gioca con la palla, no?
Mom: ha detto pallavolo?
Uomo tuta- vestito: sì, il mercoledì c'è pallavolo. Non era qui per la prova di pallavolo?
Mom: ehmmm...non esattamente.
Uomo tuta-vestito: Beh, comunque sua figlia si sta divertendo, guardi là. Secondo me le piace.
Mom: sì, effettivamente sembra proprio che le piaccia. Ma... posso farle una domanda?
Uomo tuta-vestito: dica
Mom: c'è qualche vaga possibibilità che mia figlia possa indossare delle scarpette da danza per fare pallavolo?
Uomo tuta-vestito: direi proprio di no.
Mom: allora è sicuro. NON LE PIACE. 



martedì 11 ottobre 2011

DIALOGHI DELL'ASSURDO

Piccola Despota: MAMMA VIENIII!!
Mom:  Un attimo... che succede?
Piccola Despota: ti devo dire una cosa...CORRIIII!!!!!!!!
Mom: Ma che c'è? Che succede? Dimmi dai, che di là si brucia tutto.
Piccola Despota: Devo dirti una cosa MOLTO importante.
Mom: Ok, dimmi.
Piccola Despota: Finalmente ho deciso.
Mom: Deciso cosa?
Piccola Despota: Deciso cosa voglio fare da grande.
Mom: Veramente pensavo che avessi già deciso la scorsa settimana... avevi detto la dottoressa, giusto?
Piccola Despota: No, no. Ci ho ripensato.
Mom: Allora la bagnina, come due settimane fa?
Piccola Despota: Ma no. TI HO DETTO CHE CI HO RIPENSATO.
Mom: Ok, ok, allora, dimmi, cos'è che vuoi fare stavolta?
Piccola Despota: No stavolta. Questa volta è vero. Ho deciso. Sono sicura.
Mom: Wow, quanta determinazione! Ne avessi io la metà e saremmo a posto!
Piccola Despota: Come???
Mom: Niente, niente. Allora cos'è che vuoi fare da grande?
Piccola Despota: Da grande farò La Supplente.
Mom: Ah, intendi la maestra?
Piccola Despota: No, no, proprio La Supplente.
Mom: ma sì. hai ragione...meglio abituarsi da subito al precariato....

martedì 27 settembre 2011

Moms@work

Donne e lavoro: perché è così complicato? Per non dire mamme e lavoro. Non fai che chiedertelo, e continui a rimuginare, cercando inutilmente di capire cos'è che non va. Perché, ti domandi, una donna, una mamma nella fattispecie, deve inesorabilmente trovarsi di fronte a quel malefico bivio: famiglia o lavoro? Oppure deve ritrovarsi invischiata nell'affannoso tentativo di inseguire il mito del nostro secolo: la donna perfetta che riesce a fare (naturalmente in modo impeccabile) tutto. Cosa sarà mai a spingerci a correrre affannosamente dietro a quell'assurdo modello? Forse tutte le aspettative che ci sono cadute addosso negli ultimi decenni. Quel diritto alla parità che troppo spesso sembra diventato un dovere. O le ansie delle nostre mamme, che ci hanno caricato di questo ingrato compito: realizzare i loro sogni, le loro smanie di indipendenza, autonomia, libertà. Perché “una volta non si poteva, ma adesso... Adesso a tuo marito puoi pure mettergli in tavola un cibo surgelato per cena”. Certo che potresti, ma se, semplicemente, non volessi? Perché deve essere così difficile scegliere liberamente ciò che si desidera per se stesse, per i propri figli, per la propria famiglia? Perché, qualunque scelta si decida di fare si finisce sempre, inevitabilmente per sentirsi delle “donne a metà”?

lunedì 12 settembre 2011

IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA NON SI SCORDA MAI

Succede che ti svegli una mattina e ti ritrovi ad infilare un grembiulino fresco di ferro da stiro a tua figlia. Quella che appena nata pesava a malapena tre chili ed aveva un cespuglio di capelli neri in testa che non volevano saperne di stare composti. Ecco, proprio lei, quella stessa bambina, adesso pesa 20 chili e ti osserva con sguardo interrogativo con i suoi due codini per la prima volta esattamemte simmetrici ed uno zaino veramente spropositato sulle spalle. Ci sembra caduta dentro, a quel grembiulino candido, e in quegli occhi riesci a riconoscere l'emozione, l'adrenalina e il terrore puro che accompagnarono anche te, quel primo giorno di elementari di tanti, tanti, anni fa.

giovedì 1 settembre 2011

Settembre


Puntuale è arrivato settembre. E così torni a passare le ore a riflettere la luce di un monitor invece di farti accarezzare dal sole. Archivi i top sfrontati per rispolverare timidissime magliette a mezze maniche. Tiri di nuovo fuori dal fondo del cassetto il correttore per le occhiaie, che tempo un paio di settimane rispunteranno fedelissime sul tuo volto per accompagnarti per tutto l'inverno. Inizi ad organizzare il “calendario” degli impegni familiari, studiando attentamente un gioco di incastri degno dei migliori campioni di tetris. Pensi a come smaltire i chili in più presi durante le vacanze (cercando di allontanare quanto più possibile dalla tua mente quell'odiosa parola... “dieta”). Allestisci tutto l'armamentario per il rientro a scuola dei cuccioli, e vieni assalita da un magone che neanche Anna Magnani nelle sue migliori scene, quando pensi alla Despota in prima elementare e al Cucciolo al suo primo anno di nido. Ma soprattutto fai progetti.

giovedì 28 luglio 2011

Chi si fa gli affari suoi...

La despota tanto per cambiare ha la tosse. E fin qui nulla di nuovo. Non c'è da stupirsi neanche che la suddetta tosse sia arrivata, "puntualissima" giusto qualche giorno prima della vostra partenza per le vacanze. Anche questo è un classico di cui nessuna mamma più si stupisce. Ma c'è dell'altro.

mercoledì 8 giugno 2011

Che mondo sarebbe senza ansia?

Per iniziare, una comunicazione di servizio. Mom non è morta, non è nemmeno gravemente malata (per il momento!!!) e non è stata colta da un'improvvisa, precoce, dolorosissima artrite perforante che le ha impedito PER QUASI UN MESE di picchiettare i tasti del suo portatile e scrivere un nuovo post. Semplicemente in queste settimane Mom è stata piuttosto “presa”. Presa dal vortice inarrestabile delle scadenze/riti/ricorrenze da fine anno scolastico. Presa dai saggi di inglese, musica, ukulele e quant'altro; presa dagli irrinunciabili brevetti di nuoto; presa da gite e feste di fine anno; presa dalla spasmodica ricerca di una casa dove trascorrere le vacanze estive; presa dal vano tentativo di organizzare “per tempo” tutto il necessario per la partenza: valige, pannolini, lettini da campo, passeggini, cerette, solari e molto, MOLTO altro. Ma sopratutto in queste settimane Mom è stata immancabilmente presa dall'ANSIA.

venerdì 13 maggio 2011

Neanche l'ABC...

Agli uomini mancano le basi. E questo è noto. Più nello specifico, potremmo dire che gli uomini ignorano le regole che sono alla base di una sana e serena convivenza con l'altro sesso. Fanno errori grossolani, si perdono in un bicchier d'acqua e riescono SEMPRE a dire la parola sbagliata nel momento sbagliato. Gli uomini sono così. Ma l'Uomo Altrove, come sempre, è OLTRE. Oltre ogni immaginazione, oltre ogni limite. Perché uno pensa: vabbè ignorare le basi, ma l'ABC... quello lo diamo per acquisito. Grosso errore. Mai dare nulla per scontato con gli uomini. Meno che mai con l'Uomo Altrove. Perché lui sa arrivare dove altri non osano neanche “pensare” di arrivare, sfidando ogni regola e infischiandosene allegramente delle sopraccitate BASI.

sabato 30 aprile 2011

DIALOGHI DELL'ASSURDO: Scene da un matrimonio

Piccola Despota: Mamma ma quando arriva la principessa?
Mom: Sta arrivando sta arrivando...
Piccola Despota: Ma i tipi che urlano e sventolano bandierine sono tutti invitati?
Mom: Nooo... quelle persone sono lì solo per vedere il matrimonio del principe e della principessa.
Piccola Despota: WOW! E anche quando ti sei sposata tu c'era tutta quella gente con le bandierine?
Mom: no, decisamente no. Ma c'erano tutti nostri amici, e i parenti, è stata una bella festa.
Piccola Despota: Sì sì ho capito...
Mom: Eccola, eccola che arriva guarda che bella!
Piccola Despota: WOW!Ma è STUPENDA! Guarda che vestito mamma, guarda, guarda, guarda.
Mom: Sì, l'ho visto, l'ho visto.
Piccola Despota: WOW! Guarda mamma è tutto luccicante sulle braccia e poi guarda il velo è MERAVIGLIOSO! Guarda quanto è lungo... arriva a terra!WOW!
Mom: eh già...
Piccola Despota: Ma quando ti sei sposata tu ce l'avevi il velo?
Mom: il velo?emm... sì ce l'avevo, una specie.
Piccola Despota: ed era così lungo e bellissimo?
Mom: lungo non tanto, ma sì era bellissimo.
Piccola Despota: lungo fino ai piedi?
Mom: un po' meno.
Piccola Despota: fino al sedere?
Mom: meno.
Piccola Despota: fino alle spalle?
Mom: cala, cala.
Piccola Despota: ma neanche fino alle spalle? Che velo era?
Mom: era... era una specie di spruzzo di tulle, diciamo... arrivava fino alle orecchie però.
Piccola Despota: Sì ho capito ho capito...
Mom: ecco che entrano in chiesa.
Piccola Despota: WOW!quella è una chiesa? È grandissima! Guarda quanto è lunga... e i soffitti alti alti...
Mom: già..WOW...
Piccola Despota: E quando ti sei sposata tu era così grande la chiesa?
Mom: emm... no, era piccolina amore di mamma, ma molto intima, raccolta, poi in realtà non era neanche una vera chiesa...
Piccola Despota: Che vuol dire? Ti sei sposata in una chiesa finta?
Mom: Bè, è un discorso un po' complicato, magari quando cresci mamma ti spiega...
Piccola Despota: Sì ho capito, ho capito.
Mom: guarda amore adesso escono dalla chiesa e vanno verso il castello.
Piccola Despota: WOW! Il castello!!! Ma tu quando...
Mom: NO, NON ABBIAMO CENATO IN UN CASTELLO, amore. Ma mamma si sentiva comunque una principessa.
Piccola Despota: Sì, Sì ho capito...
Mom: stanno salendo sulla carrozza...
Piccola Despota: LA CARROZZA??WOW WOW WOW!!! Mamma la carrozza: l'hai vista? Tu non avevi la carrozza vero?
Mom: no, amore non avevo la carrozza, mamma si è sposata in cinquecento.
Piccola Despota: Cosa?
Mom: sì una macchina piccolina tanto carina...
Piccola Despota: ti sei sposata dentro una macchina PICCOLA?????
Mom: sì amore, ma...
Piccola Despota: MA?
Mom: ma era... VIOLA!
Piccola Despota: WOW!!!VIOLA mamma!ma è il mio colore preferito!!
Mom: anche il mio amore... ma evidentemente non quello della principessa.
Piccola Despota: Viola...WOW... quando mi sposo anch'io voglio la macchina viola come te.
Mom: e non vuoi la carrozza?
Piccola Despota: La carrozza viola si può avere?

martedì 19 aprile 2011

RIDATECI LE MEZZE STAGIONI!

Mettiamoci d'accordo. Ora, non si era detto che non esistevano più le mezze stagioni? Bene. Ne avevamo preso atto e ci eravamo adeguati. Ecco allora che dieci giorni fa abbiamo visto caderci sulla testa un sole così bello e inaspettato da farci esclamare (ancora con i cappotti e gli stivali addosso): “è estate!!”. E via, di corsa a scovare dentro ai cassetti qualche residuo d'estate, scampato al precedente cambio di stagione. Abbiamo visto girare spavalde per le strade magliette, canottiere, e addirittura sandali! E tu, naturalmente ti sei adeguata con gran piacere e ti sei tuffata nel centro commerciale più vicino per rifornire i tuoi pargoli di magliette a manica corta, pantaloni leggeri, cappeli e creme solari (sì avete letto bene, creme solari!!). Così, dopo aver dato miserabilmente fondo alla tua carta di credito sei rincasata tutta soddisfatta e hai iniziato ad alleggerire Despota e fratellino, facendogli finalmente riassaporare la fantastica sensazione del cotone sulla pelle, dei calzini leggeri, dei giacchetti smanicati! Ma poi un giorno... All'improvviso un giorno accade che, uscendo di casa fantasticamente leggeri e disinvolti, una fresca brezza vi accarezza la pelle:
“Mamma ma è tornato l'inverno?” chiede Piccola Despota con assoluta cognizione di causa.
“Ma no, amore, è che è ancora presto, il sole non si è ancora levato per bene... vedrai tra qualche ora...”... Tra qualche ora peggiorerà, inizieranno le nuvole e il freddo si farà più pungente. Tu inzierai a ghiacciare nella tua splendida camicia di cotone e la tua despotina inizerà a fare altrettanto dentro ai suoi fantastici pantaloni “a pinocchietto”. Morale della favola: nel giro di 24 ore non solo è cambiato il tempo. È proprio cambiata stagione. E in molto meno di 24 ore ti sei ritrovata in casa due bambini smoccolanti che tossiscono a fasi alterne e talvolta (udite udite!) anche contemporaneamente. E se permettete questa cosa ti fa abbastanza girare le scatole. Perché? Come perché? Perché non ne puoi più. Perché BASTA. Perché avete già dato. Perché come forse tutte le mamme della terra hai trascorso l'inverno a contare i giorni che vi separavano da quel fatidico 21 marzo quando (EVVIVA DIO!) sarebbe arrivata la sacrosanta primavera! E tu avresti finalmente, giustamente e MERITATAMENTE archiviato per sempre tachipirine, termometri, vaporizzatori, e maledettissimi aerosol. E invece eccola qui la primavera dei tuoi stivali. Ed eccoti qui. È il 18 aprile e hai rispolverato il vaporizzatore nonché il tuo fantastico aerosol (a proposito, piccolo consiglio per le case produttrici: mai pensato di farne uno a forma di lampada, o chessò, di vaso, almeno si mimetizza meglio sul tavolino del salotto?) e sei tempestivamente rientrata nei panni della mamma ansiosa/iper-protettiva/rompiballe: “e chiuditi il giacchetto, e metti la fascia per le orecchie, non correre, non sudare, non ti muovere... ” ... tutte frasi che in realtà racchiudono un unico disperato monito: NON TI AMMALARE!

venerdì 1 aprile 2011

DIALOGHI DELL'ASSURDO

Mom: Amooreee!!Allora hai finito la colazione? Dai che facciamo tardi a scuola!
Piccola Despota: Sì sì ho finito!
Mom: Brava amore, fammi vedere... Ma come? C'è ancora mezza tazza! Dai, finisci il latte... e sbrigati che chiudono il cancello!
Piccola Despota: NO.
Mom: Come no?
Piccola Despota: HO DETTO NO. Il latte non mi va più. Voglio lo yogurt.
Mom: E no, carina, adesso ti bevi il latte. Mamma te lo aveva chiesto: latte o yogurt? Una domanda molto semplice. Delle due l'una. Tu hai scelto il latte. Ed ecco il tuo squisito latte con una tonnellata di cacao e un cucchiaino scarso di zucchero, come piace a te, principessa della casa. Mamma te lo ha preparato con tanto amore e TU ORA TE LO BEVI.
Piccola Despota: HO DETTO CHE NON LO VOGLIO. Se non lo voglio non lo voglio. Ho la pancia piena.
Mom: Ah, sì? Hai la pancia piena? E adesso che ci facciamo con il latte che hai lasciato?
Piccola Despota: Lo buttiamo.
Mom: LO BUTTIAMO???????????
Piccola Despota: Sì.
Mom: Ma lo sai che il cibo non si spreca? Che ogni cosa che trovi sulla tua tavola è stata comprata, messa su un carrello, cucinata.... Ogni cosa che mangi è frutto di lavoro... NON SI DEVE SPRECARE.
Piccola Despota: ma è solo un po' di latte!
Mom: Solo un po' di latte? è comunque del cibo e non si spreca. Te l'ha detto mamma che in Africa ci sono bambini che non hanno nulla da mangiare...
Piccola Despota: Appunto. Lo faccio anche per loro.
Mom: ... ??????
Piccola Despota: Se ci mangiamo tutto noi a loro cosa resta?

martedì 22 marzo 2011

SCOLAPASTA

Devi confessarlo. Stai passando un periodo duro. Più che duro. Un periodo veramente tosto. Uno di quei periodi in cui, giorno dopo giorno ti ripeti: stringi i denti, stringi i denti... ma a forza di stringerli, sti denti, ti stai fracassando la mandibola. Uno di quei periodi in cui ogni volta che pensi “tanto peggio di così...”, l'attimo dopo succede irrimediabilmente qualcosa di peggio. Uno di quei periodi in cui ovunque si posi il tuo sguardo, va sempre a finire che trovi qualcuno sfacciatamente più bravo, più buono e più figo di te. Insomma, sei nel periodo “scolapasta”. Avete presente quando iniziate a sentire un fastidioso ticchettìo d'acqua provenire dal bagno? Subito pensate: ci sarà una piccola perdita, domani chiamo l'idarulico. Poi passa una settimana, un mese, e dell'idraulico nessuna traccia. In compenso, insieme al lavandino inizia a gocciolare anche il bidet. Poi lo scarico del wc inzia a fare le bizze, l'acqua calda arriva a stagioni alternate, insomma, in men che non si dica ti ritrovi una mattina a scendere dal letto con l'acqua alle caviglie. Ecco, è la metafora dello scolapasta: un buchino, un altro e via... inizi a fare acqua da tutte le parti. È così che ti senti in questo periodo. Tutto inizia con una piccola cosa, all'apparenza insignificante: la Despota è più capricciosa del solito... sta passando un periodo difficile... finisce che la sera non vuole più farsi raccontare la favola da te perché “papà è meglio!” e tu giù a sentirti la madre più terribile del mondo. Ma quello è solo il rubinetto del bagno. La prima goccia. E tu, ingenua, quasi la ignori. Ed ecco che, goccia a goccia, si aggiunge tutto il resto: al lavoro ti fai in quattro e nessuno se ne accorge, il tesserino della palestra ormai lo usi soltanto per grattare i gratta e vinci, e quando incroci (tuo malgrado) uno specchio, stenti a riconoscerti. Sei addirittura arrivata a pensare che se l'Uomo Altrove abitasse un po' più su questa terra e non in un Altrove immaginario, forse anche lui si sarebbe accorto che tutto sommato sei una bella frana. Ecco è così. Acqua da tutte le parti. Scolapasta. E hai pure finito la tua riserva di Valeriana. La vita, quando ci si mette, riesce ad essere davvero bastarda.

giovedì 17 marzo 2011

VIVA L'ITALIA

L'Italia tu oggi vuoi festeggiarla così...canticchiando una splendida canzone... con quel soffio di malinconia fra le parole... con quel sorriso un po' tirato che ti lascia sul volto...

martedì 8 marzo 2011

8 marzo 2011

Ho visto donne spingere un passeggino dall'alto di un tacco 12 e fingersi disinvolte
Ho visto donne in erba lottare con il proprio corpo
Ho visto donne entrare in analisi per essersi dimenticate il latte per il figlio
Ho visto donne amare lo stesso uomo per tutta la vita
Ho visto donne sposarsi e metter su famiglia per poi ricordarsi che “non si erano ancora divertite abbastanza”
Ho visto donne incontrarsi fuori dall'asilo, fra buste della spesa e passeggini, e ridere delle proprie disavventure
Ho visto donne sorridenti, belle, ognuna diversa dall'altra, unirsi in una piazza e far sentire tutta la loro rabbia
Ho visto donne desiderare ardentemente un figlio che non arriva e alla fine riuscire a guadagnarsi la propria porzione di eternità
Ho visto donne sprecare la vita a invidiare la vita degli altri
Ho visto donne piangere di nascosto rannicchiate in un angolo del letto
Ho visto donne affogarsi di lavoro per soffocare un dolore
Ho visto donne testarde inseguire accanitamente il Vero Amore
Ho visto donne struccarsi con le salviette Pampers
Ho visto donne ricominciare da zero con un sorriso spavaldo sul volto
Ho visto donne passare notti insonni tra pianti e pannolini e la mattina dopo svegliarsi, andare al lavoro e “produrre” come un qualsiasi uomo
Ho visto donne commuoversi sul lettino dell'estetista, alla prima ceretta post-partum
Ho visto donne terrorizzate davanti a un test di gravidanza, decidere di sfidare il mondo
Ho visto donne inseguire un ideale di perfezione che NON ESISTE
Ho visto donne sudare dentro una palestra tutta la loro rabbia, le loro frustrazioni, i loro fallimenti
Ho visto donne fantastiche sentirsi inadeguate
Ho visto donne mediocri credersi fantastiche
Ho visto donne vendere la propria dignità per 30 denari
Ho visto donne esibire la propria femminilità con l'intelligenza e la disinvoltura di cui solo noi siamo capaci
Ho visto donne aiutarsi l'un l'altra
Ho visto donne tirare giù tutti i santi dentro una sala travaglio
Ho visto donne che non mollano, nonostante tutto e tutti
Ho visto donne appassionate abbracciare la vita con un'entusiasmo contagioso
Ho visto donne rivoluzionarie scegliere di avere dei figli e credere ancora, ostinatamente, in un futuro migliore

domenica 20 febbraio 2011

Scuola elementare

Abbiamo iscritto Piccola Despota alle elementari. A dire il vero, l'atto pratico dell'iscrizione scolastica (cosa assai formale e burocraticamente impegnativa) è stato svolto ADDIRITTURA da Uomo Altrove.
Proprio così. Di buon mattino si è recato presso la segreteria della scuola elementare, con un tuo foglietto dettagliatissimo, nel quale avevi scritto nell'ordine:
  • il nome della scuola
  • il numero di ore richiesto (sono ormai lontani i tempi in cui esisteva soltanto il tempo “normale” e il tempo “pieno”, adesso è un fiorire di opzioni: antimeridiano, moduli, rientri, tempi continuati...)
  • i nomi delle amichette che la Despota voleva INDEROGABILMENTE nella sua stessa classe
  • la scelta relativa alla religione
  • il codice fiscale di tutti i componenti della famiglia
… hai inoltre riflettuto a lungo, indecisa se indicare anche il nome di vostra figlia fra i dati di cui Uomo Altrove doveva essere ASSOLUTAMENTE a conoscenza per effettuare l'iscrizione, ma poi ti sei fatta coraggio e hai pensato che in fondo quello era un dato che poteva anche ricavare da solo.
Insomma, Uomo Altrovesi è recato in segreteria, ha compilato il modulo e con questi pochi semplici gesti ha formalizzato una delle prime tappe importanti nella vita della vostra despotina.
Quando lo hai chiamato dal lavoro eri tutta emozionata:

Mom: allora, fatto tutto?
Uomo Altrove: sì certo
Mom: hai avuto problemi? Era difficile il modulo?
Uomo Altrove: ma dai, non era mica l'esame di maturità... c'era da scrivere quattro cose in croce. Con quel tuo foglietto, poi, ero in una botte di ferro!
Mom: stai usando per caso un tono ironico?
Uomo Altrove: chi io? Figurati...
Mom: hai scritto bene il nome della Despota?
Uomo Altrove: MA INSOMMA, Mom! Smettila! Ma che ti prende? Vuoi calmarti?
Mom: non sono mica agitata...
Uomo Altrove: ah no?
Mom: ok, magari un pochino...
Uomo Altrove: l'ho compilato bene il modulo, fidati.
Mom: sì lo so, lo so, non è quello, è che...
Uomo Altrove: cosa c'è? Non capisco il perché di tutta questa agitazione.
Mom: ma ci pensi? La Despota va alle elementari...
Uomo Altrove: oddio! Ed io che l'ho lasciata alla materna, stamattina...
Mom: eddai, hai capito cosa intendo.
Uomo Altrove: sì, ho capito.
Mom: insomma, le elementari. Quella è La Scuola.
Uomo Altrove: sì direi di sì, così la chiamano.
Mom: è la scuola dei grandi.
Uomo Altrove: beh, grandi...
Uomo Altrove: e lei è ancora così...
Mom: cocciuta?
Mom: no.
Uomo Altrove: impertinente?
Mom: no.
Uomo Altrove: viziata?
Mom: no.
Uomo Altrove: capricciosa?
Mom: MA NO! Dai. Smettila di scherzare. Questa è proprio una cosa seria. LA DESPOTA VA ALLE ELEMENTARI!
Uomo Altrove: sì, dai, le elementari. Non è mica l'università. Ce la possiamo fare.
Mom: ma lei è così PICCOLA, è la nostra piccolina. Te la ricordi, appena uscita dalla sala operatoria, minuscola e grinzosa, con i capelli tutti dritti? E quando ha iniziato a gattonare, in quel modo così buffo che sembrava una ranocchia...
Uomo Altrove: ehi, non lo fare...
Mom: cosa?
Uomo Altrove: ... non fare la nostalgica. Ti sta tremando la voce. Non sei in ufficio?
Mom: sì sono ufficio, e non sono nostalgica. Sono solo... non so. Va a scuola, amore, non riesco a crederci. La nostra piccolina... è già così grande.
Uomo Altrove: ma è normale che sia così, è fisiologico. I figli crescono, diventano indipendenti, e arriverà il giorno in cui si staccheranno da noi. È così che funziona. E non piangere.
Mom: non sto piangendo, è solo che... è incredibile. I figli ti danno davvero la misura del tempo che passa. Attraverso loro ti vedi la vita scorrere sotto gli occhi, ti rendi conto di come sia tutto così tremendamente fugace...
Uomo Altrove: dai, non esagerare! Possibile che per te ogni scusa sia buona per intavolare una riflessione sui massimi sistemi? È SOLO la scuola elementare.
Mom: no, è solo il primo passo: ora le elementari, poi il liceo, l'università, diventerà una donna...
Uomo Altrove: dai, non ci pensare, guarda il lato positivo.
Mom: e cioè?
Uomo Altrove: tra soli dodici anni sarà maggiorenne, se ne andrà in vacanza da sola e noi finalmente ci faremo una vancanza da soli!
Mom: l'hai detto, sa?
Uomo Altrove: cosa?
Mom: a 18 anni in vacanza da sola.
Uomo Altrove: beh, effetivamente... diciotto mi sembra prestino, magari meglio aspettare la laurea...

giovedì 10 febbraio 2011

SUORE E PUTTANE

Voglio riportare qui l'articolo di Concita De Gregorio, intitolato "Suore e puttane" apparso sull’Unità, l'8 febbraio 2011. Credo che ponga molti utili spunti di riflessione. Naturalmente domenica sarò in piazza, insieme a molte di voi, ne sono sicura.

Nel disperato e spaventato tentativo di far sembrare la manifestazione di domenica prossima una piccola cosa, una cosa di donne, sono scese in campo le truppe da combattimento dei sostenitori e dei fiancheggiatori dell’Arcore style. Quelli che, a partire dall’anziano Ostellino, spiegano che ogni donna è seduta sulla sua fortuna dunque che male c’è, è sempre andata così, l’Italia in fondo è veramente un bordello abbiamo letto di nuovo ieri sul Corriere.
I più raffinati, per così dire, schierano donne a denigrare altre donne nel tentativo di scatenare quella che, se solo si scatenasse, chiamerebbero entusiasti una rissa da pollaio. Il sottotesto, il retropensiero divertito di chi manda in tv e mette in prima pagina le Santanchè da combattimento è il seguente: ecco, guardate, donne contro donne. Come se le donne non rispondessero alle categorie di ogni essere umano e non ce ne fossero di ladre e di oneste, di servili e di libere, di capaci e di inette. Gli argomenti più in voga, per denigrare chi crede che le donne siano capaci per prime di reagire al “sistema” piuttosto che adattarvisi, sono i seguenti: sono femministe, moraliste. Predicavano il libero amore ora si atteggiano a suore. Le brave ragazze contro le prostitute, le madri contro le puttane, il mondo diviso in Maria e Maddalena così come i libri sacri ci insegnano, come gli uomini in fondo desiderano. Le puttane per strada offendono il decoro urbano, in villa sono accompagnate dagli autisti.
Il femminismo e il moralismo non c’entrano: molte suore hanno firmato il nostro appello e parecchie prostitute, preti e libertini come se aveste la pazienza di leggerci capireste. Ammesso che l’obiettivo sia capire, naturalmente.
Carla Corso, una donna di 65 anni che è stata ed è leader del comitato per i diritti civili delle prostitute, ci racconta oggi perché aderisce alla manifestazione. Dice, a un certo punto: “Noi eravamo in lotta contro il mondo, volevamo rompere l’ipocrisia, queste ragazze non sono contro ma sono funzionali al sistema”. Il femminismo è stato un movimento politico portatore di diritti. Le ragazze che negli anni Settanta non erano nate, quelle che come me andavano alle elementari non hanno combattuto quella battaglia: ne hanno goduto i frutti. Ma i diritti non sono dati per sempre, vanno difesi: con la cultura, con la consapevolezza.
Scrivevo anni fa le storie vere di Dalia, la ragazzina dell’Est venduta dalla nonna a 12 anni, di Cristina, la studentessa che fiera di farlo rivendica il suo diritto a fare la puttana. La libertà consiste nel darsi il destino che si vuole. Credo che il “sistema” di cui parla Lele Mora e che da decenni è un modello di referimento per generazioni di ragazze – quelle sulle copertine dei rotocalchi, in tv – proponga come strada per la realizzazione di sé una libertà condizionata alla sottomissione. Un mondo di cortigiane, dice Carla Corso. Il problema non è mai chi vende, è chi compra. L’amore è gratis, si può fare in quanti e come si vuole. Anche vendersi è lecito. E’ l’acquisto all’ingrosso, della società intera, che fa schifo. In specie se si comprano adolescenti: che siano consenzienti, e i loro padri con loro, non migliora. Peggiora piuttosto la responsabilità di chi dovrebbe indicare altri orizzonti e non lo fa. Di chi cavalca la sua privata debolezza spacciandola per legge di vita.

venerdì 28 gennaio 2011

CERCASI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO



Accogli e sottoscrivi in pieno l'inizativa di donnepensanti:

Questo è un cartello. Se tutti lo attacchiamo alle nostre finestre, sui finestrini delle nostre auto, sulla nostra scrivania in ufficio e ovunque ci sembri opportuno, diventiamo un GRANDE MOVIMENTO di persone. Ve le ricordate le bandiere della pace? Ci vuole quello stesso scatto collettivo.
Un gesto SEMPLICE di partecipazione CHE FACCIA SENTIRE LA VOCE DI OGNUNO DI NOI E DI TUTTI.
Stampate il cartello e attaccatelo.
Mettetelo sui vostri siti e blog.
Fatevi una fotografia con in mano il cartello e inviatecela a donnepensanti@gmail.com: vogliamo costruire un grande mosaico di facce, le facce di chi pensa che l’Italia e i suoi cittadini si meritino ONESTA’, DIGNITA’, RISPETTO DELLA COSTITUZIONE.
Non deturpare la tua città! Un manifesto è abusivo se è affisso su muri, cabine telefoniche, cassonetti ecc.; è inoltre abusivo un manifesto affisso sugli spazi commerciali dei Comuni senza il timbro comunale.

lunedì 17 gennaio 2011

Scene da un week end

Mom: visto che bella giornata di sole?
Uomo Altrove: già...
Mom: pensavo...potremmo fare una bella passeggiata con i bambini, così ci godiamo questo bel sole, prendiamo un po' d'aria. Che ne dici?
Uomo Altrove: Ok, per me va bene. Prendiamo la mia macchina o la tua?
Mom: ...

martedì 11 gennaio 2011

Il Natale finisce. Il campionato no.

E anche queste feste sono finite. Domenica scorsa hai smontato albero, babbi natali e vetrofanie di ogni foggia con visibile irritazione. Insomma, non solo in un batter d’occhio si è concluso di colpo il periodo dei regali, delle nottate a giocare a carte e dell’indigestione da torrone, ma ti sei pure dovuta fare un discreto mazzo per smontare baracca e burattini, cercare di far rientrare tutto negli appositi scatoloni e poi incastrarli (con la maestria che solo un’esperta giocatrice di tetris possiede) nel soppalco. Immaginate con quale entusiasmo hai compiuto suddette operazioni. Senza contare che il tutto si è svolto durante una “tranquilla” domenica di campionato.

lunedì 3 gennaio 2011

TOP FIVE DI INIZIO ANNO

Lunedì. Il primo di questo nuovo anno. Simbolo supremo di un nuovo inizio. Nuovo poi perché? Gli anni si susseguono uno dopo l’altro e non è che per forza le cose debbano cambiare a ogni inizio anno. Ma è evidente che ci piace pensarla così. Ci piace pensare a un universo di occasioni e opportunità che si aprono a ogni 1° gennaio. Così ci facciamo gli auguri, ci regaliamo porta fortuna, leggiamo l’oroscopo con spasmodico interesse. Perché vogliamo credere che “quest’anno sì…. Vedrai… cambia qualcosa”. Lo sai, come al solito sei un po’ fuori moda, ma tutto sommato, ci sono tante cose che vorresti rimanessero proprio così come sono, per quest’anno e per tutti quelli a venire. Eppure anche tu non puoi non cascare nella trappola, e pensare, anche solo per un attimo, che a partire da oggi, da questo lunedì di inizio anno, comincerai a essere un po’ diversa. E così, ti ritrovi sotto le coperte a fissare il soffitto, come facevi da bambina, e inizi a costruire nella tua mente una fittissima rete di buoni propositi. È così ogni anno. Da bambina aspettavi l’inizio della scuola: nella tua testa si susseguivano una sfilza di grandi progetti, una lista infinita e assai sognante di “sarò”, “farò, “diventerò”. Adesso spetta ai primi giorni dell’anno il grande privilegio di fare da sfondo a tutti i tuoi migliori propositi. Dunque, ecco qui la tua top five di inizio anno: