tag:blogger.com,1999:blog-24553469700374698832024-03-13T12:38:53.879+01:00Mom and the CityPerché essere mamma è un’esperienza meravigliosa…
ma essere mamma, moglie, amante, impiegata, cuoca e colf a tempo pieno può portarti molto vicino al ciglio dell’abissoUnknownnoreply@blogger.comBlogger112125tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-74467427088795297722013-02-19T14:51:00.001+01:002013-02-19T14:58:44.674+01:00Cracco-manìaLo dirò senza mezzi termini. Anch'io sono rimasta vittima della Cracco-manìa. Inutile girarci intorno, è lui la vera star di Masterchef. Lui il motivo per cui molte di noi seguono il programma e per cui moltissime concorrenti hanno scelto di andare a sudare fra i fornelli e sorbirsi gli insulti dei tre giudici senza pietà. Perché, diciamocelo, Carlo Cracco è un personaggio azzeccatissimo, uno di quelli cui non manca proprio niente. Belloccio ma non di quella bellezza scontata e perfettina. Non troppo giovane ma neanche vecchiardo. Di poche parole ma taglienti. Bastardo in quel modo intelligente ed ironico da risultare addirittura simpatico. E poi? Dimentico qualcosa? Ops, una quisquiglia. E' uno chef. Uno che tra i fornelli incanta. Uno che sa friggere, impastare, sobollire, stufare, sfilettare, impiattare. Insomma, il sogno di ogni donna. Non mi sembra tanto difficile da capire. E gli uomini ancora lì a stupirsi, ancora con quella frase idiota: " Che ci troverai in quello là". Quello là? Ma scherziamo? Un bell'uomo che sta tra i fornelli. Non c'è altro da aggiungere. Appare il giovedì sera come una visione. Un po' come la D'Amico la domenica per i maschietti. Una bella donna che parla di calcio. Il sogno erotico di ogni uomo. E allora cosa c'è da stupirsi se anche noi donne finalmente possiamo sognare dietro a un bell'uomo che parla di cucina? ;-)Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-5681073404497394332013-02-06T16:46:00.000+01:002013-02-06T16:46:29.197+01:00Nativi digitali<b>Piccola Despota</b>: Mammaaaa!!! Corri il tuo computer è rotto!!<br />
<b>Mom</b>: COSA????? Come rotto? Ti ho detto mille volte che NON LO DEVI TOCCARE!!!<br />
<b>Piccola Despota</b>: ma tu l'hai lasciato acceso...<br />
<b>Mom</b>: E allora? Cosa vuol dire? Non devi toccarlo punto e basta. MAI. Per nessun motivo al mondo CAPITOOOO?<br />
<b>Piccola Despota</b>: capito... uff... comunque io non ho fatto niente...<br />
<b>Mom</b>: ah, sbuffa pure... fammi vedere... cosa hai fatto? Cosa c'è che non va?<br />
<b>Piccola Despota</b>: TI HO DETTO CHE IO NON HO FATTO NIENTE. E' rotto. guarda... (toccando il monitor)<br />
<b>Mom</b>: ??????????<br />
<b>Piccola Despota</b>: vedi? Tocco ma non si apre. E' rotto.<br />
<b>Mom</b>: non è rotto.<br />
<b>Piccola Despota</b>: SI INVECE.<br />
<b>Mom</b>: NO. Questo non funziona come quello di papà. Vedi i tasti? Si usano quelli per scrivere. E questo è il mouse, e si usa per "spostare ed aprire le cose".<br />
<b>Piccola Despota</b>: mmm... per me è rotto.<br />
<b>Mom</b>: Ti dico di no, è proprio così.<br />
<b>Piccola Despota</b>: Allora è vecchio. Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-48787218830122454722013-01-25T11:16:00.001+01:002013-01-25T11:16:09.709+01:00Oggi...
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cosa ci si può regalare il giorno del
proprio compleanno?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un bagno caldo, nel silenzio irreale
della propria casa, completamente immersa da pensieri positivi. I
momenti ridicoli e paradossali della tua vita, che ti hanno fatto
ridere fino alle lacrime. Le strofe di quelle canzoni che ti
squarciano dentro e che credi siano state segretamente scritte per te
soltanto. I volti dei tuoi bambini mentre dormono che sanno sempre
farti sentire in pace con il mondo, qualsiasi cosa stia succedendo
dentro o fuori di te. Ogni singolo abbraccio... e l'energia che ti ha
lasciato. Sentirsi ancora, dopotutto, forte. Riconoscere di avere
un'arma che spiazza gli invidiosi, i mediocri, gli aridi. Un sorriso
sempre aperto a ciò che arriverà domani. Alle persone che
incontrerai, ai percorsi che intraprenderai. E poi, dopo tanto,
ritrovarti qui, di nuovo a scrivere. Un bel regalo per il proprio
compleanno.
</div>
Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-6895319513081500442012-10-16T14:07:00.000+02:002012-10-16T14:07:04.707+02:00Piccoli scrittori cresconoAl ritorno da scuola ieri la Piccola Despota è volata in camera sua alla velocità della luce: "Ho una cosa da fare!" ha annunciato. E tu l'hai assecondata, pensando che stesse lavorando ad uno dei suoi improbabili travestimenti... Ti aspettavi che si presentasse davanti a te con tacchi, borsetta e libri sotto il braccio, fingendosi una maestra; o con un tutù improvvisato volteggiando per la stanza come una ballerina. Invece niente... dalla camera proveniva uno strano silenzio. Di tanto intanto compariva anche il Cucciolo imbronciato: "Mi ha cacciato via!! Non mi fa giocare!!". Ma cosa avrà mai da fare oggi la Piccola Despota? La curiosità cresceva... del resto non le è mai mancata l'immaginazione, per cui potevi aspettarti un po' di tutto, eppure anche questa volta è riuscita a sorprenderti. Dopo una mezz'oretta si è presentata davanti ai tuoi occhi tutta baldanzosa con un sorriso supergalattico (di quelli che solo lei sa sfoderare, sapete quelli che cominciano sin dalla punta dei capelli?) e con aria orgogliosa ha annunciato:<br />
- Ho scritto una storia!! <br />
- Cosaaa???<br />
- Una storia mamma, te la leggo?<br />
- Ma certo!! - Ora sei tu a sfoggiare il tuo miglior sorriso! Non stai nella pelle.<br />
Bene, la Despota ha gonfiato il petto, ha fatto un bel respiro e ha iniziato a leggere. Una storia brevissima, una paginetta scarsa, semplice, un po' stramba, ma, cavoli, UNA STORIA. Ormai sapete che hai la lacrima facile, ma, concedetemelo, stavolta l'occasione meritava un po' di commozione. L'idea che tua figlia, a soli sette anni, avesse avuto la voglia di scrivere una storia, ti sembrava qualcosa di straordinario. E poi, non potevi non farlo. Non potevi, in quel momento esatto in cui ti guardava con i suoi occhi frizzantini e il foglio fra le mani, non rivedere in lei la bambina che eri stata. Tu, che più o meno alla sua età, hai iniziato a scrivere delle filatrocche un po' bislacche, per ritrovarti, alla soglia dei 35, ad aver fatto della scrittura una compagna di vita. Lo sai che non si fa... chissà quante ne direbbero Freud e compagnia bella, ma ora lo stai facendo... stai osservando in lei alcuni riflessi, delle sfumature, delle inclinazioni che ti fanno tanto pensare a come eri tu alla sua età. E tutto questo non fa che commuoverti. Senti qualcosa nello stomaco e corri ad abbracciarla, baciarla, e le fai mille complimenti.<br />
- Lo sai che anche mamma da bambina scriveva delle storie?<br />
- E poi?<br />
- E poi non ha più smesso.<br />
- Come non ha più smesso? Neanche adesso che sei grande?<br />
- No no.<br />
- Cioè tu scrivi ancora storie mamma?<br />
- Sì amore.<br />
- Me ne fai leggere una? TI PREGO TI PREGO TI PREGO.<br />
- Amore sono un po' da grandi. Sarebbero noiose per te.<br />
- Allora scrivene una da piccoli.<br />
L'estrema semplicità delle cose. I bambini hanno davvero la chiave del mondo in tasca. Tutto è semplice ed estremamente chiaro nei loro pensieri. Che dire? Non hai scampo. Da domani avrai un novo progetto a cui lavorare:-)Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-54960152513488072052012-10-01T15:49:00.000+02:002012-10-01T15:49:39.863+02:00Presentami un blog!Come al solito le iniziative di <a href="http://www.mammafelice.it/" target="_blank">Mamma felice</a> sono da urlo! Ecco dunque che mi accingo a partecipare alla "Caccia al tesoro 2012" una caccia al tesoro davvero speciale che si propone di far conoscere fra loro i blogger che circolano nel web per fare in modo che ognuno di noi possa allargare i propri orizzonti e possa conoscere sempre più a fondo questi misteriosi e strani personaggi che circolano nella blogsfera:-) Ecco dunque, come da "regolamento" una brevissima presentazione del mio blog per tutti coloro che avranno voglia di affacciarsi da queste parti:-)<br />
<br />
<b>Carta di identità</b>: Sono una donna, una mamma, una moglie, una lavoratrice free-lance (troppo spesso più free che lance!!sob!!), e poi ancora, all'occorrenza, una cuoca, un'amica, e molto altro. Cerco di incrociare come posso le mille vite che ogni donna si trova costretta a vivere e cerco di farlo divertendomi. Amo la buona cucina, i buoni amici, i buoni sentimenti (quelli genuini, non quelli da cartellone pubblicitario!). Ah sì, sono anche un'inguaribile grafomane, ecco uno dei motivi per cui mi sono affacciata nella blogsfera!!!<br />
<br />
<b>Nome del blog e obiettivi</b>: <i>Mom and the City</i>. Un blog nato per il puro piacere di raccontare e raccontarmi. Perché parlare delle proprie pazze giornate alla ricerca della "quadratura del cerchio" può aiutare a sentirsi meno sole, meno inadeguate, meno folli, e perché condividere le proprie emozioni e riflessioni è un ottimo modo per prendere consapevolezza del proprio "lavoro di mamma" e aiuta a non prendersi troppo sul serio e ridere un po' di se stesse.<br />
<br />
<b>Un buon motivo per seguirmi</b>: perché, talvolta, potrei strapparvi un sorriso, o magari un lacrimuccia, o un moto di rabbia... perché condividere è sempre una gran cosa, e perché mi piacerebbe tanto potervi conoscere:-)<br />
<br />
<b>Due post che vale la pena leggere</b>: Difficile scegliere... forse <a href="http://mom-andthecity.blogspot.it/2011/09/momswork.html" target="_blank">questo</a>, in cui ho cercato di dire la mia sulla difficoltà per noi mamme di conciliare la vita familiare con quella lavorativa; e <a href="http://mom-andthecity.blogspot.it/2010/09/dialoghi-dellassurdo.html" target="_blank">quest'altro</a> perché credo esprima bene la vena di pazzia che circola nella mia casa:-)<br />
<br />
<b>Come seguirmi</b> : Oltre che sul blog potete seguirmi su Fb e su twitter, oppure potete scrivermi una <a href="mailto:momandthecity09@gmail.com" target="_blank">mail</a>.<br />
<br />
<b>Indirizzo RSS feed</b>: http://mom-andthecity.blogspot.com/feeds/posts/defaultUnknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-22891376057812068622012-08-29T15:21:00.001+02:002012-08-29T15:21:15.890+02:00L'estate sta finendo...
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Settembre è alle porte e questo può
significare una cosa soltanto: le vacanze sono inevitabilmente
finite. A questo punto, come la tua mania impone, dovresti tracciare
un piccolo bilancio della tue vacanze 2012. Sì lo sai che può
sembrare esagerato, ma che puoi farci? Sei fatta così, ti piace elencare, analizzare, schematizzare ogni cosa, dalla più banale alla più seria. Vista
la tua passione per le liste, potresti addirittura scrivere una bella
top five, ma senti che quest'anno serve ancora meno per tracciare il
tuo personalissimo bilancio. Ci sono infatti alcuni indicatori assai
eloquenti che segnano inequivocabimente il tuo “indice di benessere
estivo”. E infatti durante queste vacanze hai:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Letto praticamente ogni giorno <b><u>almeno</u></b> un quotidiano. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Assaporato il tuo settimanale preferito in ogni sua parte.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Divorato tre libri. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Sfoggiato quattro tipi di smalto diversi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Messo su <u><b>quattro</b></u> (sic!!) chili.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tirate un po' voi le conclusioni ;-)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(... OPS! Alla fine hai buttato giù un'involontaria top five!!! è un riflesso incondizionato!)</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-66170400004091575562012-06-12T14:08:00.001+02:002012-06-12T14:08:31.113+02:00Il precariato spiegato a tua figlia...<b>Mom</b>: Dai, amore che oggi andiamo a scuola a piedi! Facciamo una bella passeggiata!<br />
<b>Piccola Despota</b>: Ah ok... ma poi tu come fai? Vai al lavoro a piedi?<br />
<b>Mom</b>: No, amore... ti ha detto mamma che in questo periodo non lavora...<br />
<b>Piccola Despota</b>: Ah è vero.... e come mai?<br />
<b>Mom</b>: Diciamo che la mamma sta cercando un lavoro che le piaccia di più...<br />
<b>Piccola Despota</b>: BRAVA! Fai bene... così puoi provare qualcosa di nuovo...<br />
<b>Mom</b>: Sì, diciamo...<br />
<b>Piccola Despota</b>: cosa potresti fare, mamma? Allora quella che corregge i libri già l'hai fatto...<br />
<b>Mom</b>: si chiama editor...<br />
<b>Piccola Despota</b>: Cosa?<br />
<b>Mom</b>: niente, niente....<br />
<b>Piccola Despota</b>: quella che scrive sui giornali pure... quella che sta sempre sul computer pure..<br />
<b>Mom</b>: sai le risate se lo faccio scrivere a te il curriculum?<br />
<b>Piccola Despota</b>: ma che dici mamma? Cos'è il cuniculum?<br />
<b>Mom</b>: niente amore, mamma pensava ad alta voce!<br />
<b>Piccola Despota</b>: allora, vediamo.. HO TROVATO!! Potresti fare la maestra! Sarebbe bellissimo!!! Tu mi hai detto che una volta l'hai fatta la maestra...<br />
<b>Mom</b>: Professoressa...<br />
<b>Piccola Despota</b>: che differenza c'è?<br />
<b>Mom</b>: la maestra insegna alle elementari, la professoressa ai ragazzi più grandi.<br />
<b>Piccola Despota</b>: vabbè è uguale. Allora farai la maestra? TI PREGO TI PREGO TI PREGO....<br />
<b>Mom</b>: amore mio, purtroppo non siamo noi a scegliere il lavoro che vogliamo fare... cioè, in parte sì, ma poi devi trovare qualcuno che abbia bisogno di te. E di maestre, amore, in questo momento non ne ha bisogno nessuno.<br />
<b>Piccola Despota</b>: e perché? Ci sono un sacco di scuole!<br />
<b>Mom</b>: sì ma le scuole hanno già tutte le maestre che gli occorrono.<br />
<b>Piccola Despota</b>: HO TROVATO! Puoi fare la maestra di religione! La nostra è andata in pensione quest'anno! SI SI SI!!!PERFETTO!!!<br />
<b>Mom</b>: amore, ma mamma non insegna religione!<br />
<b>Piccola Despota</b>: Ma perché scusa?<br />
<b>Mom</b>: perché ha studiato altre cose... e poi... ti sei mai chiesta perché durante l'ora di religione tu vai in un'altra classe?<br />
<b>Piccola Despota</b>: Perché non insegni tu? <br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-16332838026829999372012-05-29T14:54:00.000+02:002012-05-29T14:54:14.726+02:00Le opportunità nascoste...Metti che, tuo malgrado, tua figlia sia inspiegabilmente finita in una scuola di danza che celebra la fine dell'anno con un pomposo saggio in un grande teatro al centro di Roma. Metti che queste povere ragazzine, con annesse mamme, siano costrette, nelle settimane precedenti al grande giorno, ad estenuanti tour de force fra costumi, trucchi, parrucchi, foto di scena e, naturalmente, Grandi Prove Generali. Metti che suddette prove generali si tengano di sabato mattina. ALLE NOVE. Ecco dunque che, dopo una settimana di corse ed alzatacce, ti ritrovi, anche di sabato, a dover balzare giù dal letto alle sette e preparare la futura étoile con uno chignon a prova di zompetti, un trucco leggero ma curato e una borsa con tutto il necessario per le prove. Con uno sforzo disumano sei riuscita ad alzarti, a preparare tutto, a saltare in macchina con la Piccola Despota canticchiante per la felicità ed arrivare puntuale a teatro. Arrivata all'entrata, mano nella mano con la tua bimbetta-ballerina, sei stata bloccata da una voce severa: "Dove va lei? Qui i genitori non possono entrare, ripassi fra un'ora!". Hai sentito bene? Un'ora libera alle nove di mattina al centro di Roma? Ecco che i tuoi occhi si illuminano e inzi a vedere questa faccenda del saggio, delle prove e tutto il resto, da una nuova prospettiva. Ecco che dal dramma, nasce l'opportunità. Ti fai una bella passeggiata, a passo lento, senza la nevrosi del "sto facendo tardi" (da quanto non ti succedeva?), prendi il giornale e raggiungi un bel bar con i tavolini all'aperto. Ordini una spremuta ed un cornetto e sotto i raggi del primo sole inizi a sfogliare il TUO giornale. Non quello di Uomo Altrove sbirciato di corsa fra una faccenda e l'altra. No, il tuo, letto e assaporato, pagina dopo pagina, in tutta tranquillità. Era forse dalla nascita del Cucciolo che non succedeva una cosa del genere. E questa ora di solitudine, silenzio e sole sulla pelle ha un sapore speciale.<br />
Non c'è dubbio, la scuola di danza è confermata anche per l'anno prossimo.Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-76071131495102399172012-05-13T18:02:00.002+02:002012-05-13T18:02:57.639+02:00Questione di punti di vista...<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Mom</b>: Io proprio non capisco
perché Piccola Despota si comporti così... non le manca niente,
siamo tutti dietro a lei, e invece è sempre capricciosa,
indisponente, ma perché fa così?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>SuperNonna</b>: forse è
semplicemente stanca, siamo a fine anno: la scuola, tutti gli impegni
che ha di pomeriggio, siamo stanchi noi adulti, figurati una bambina
di sei anni...</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Mom</b>: hai ragione! Come ho fatto
a non pensarci... forse l'ho caricata troppo quest'anno... la danza,
l'inglese, era il primo anno di elementari... avrei dovuto lasciarla
più libera, fare in modo che il pomeriggio potesse anche riposarsi,
e invece sempre a correre qua e là. Povero amore di mamma, sarà
esausta, è ovvio che diventi capricciosa, senza contare che è
arrivato anche il caldo e quello pure non aiuta... Capito, amore, noi
subito a pensare che la bambina si comportasse in quel modo per
“farci dispetto”. Ma non la vedi? È proprio stanca... è
pallida, sbattuta...</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Uomo Altrove</b>: anch'io sono
stanco, ma non faccio mica tutte quelle scene.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Mom:</b> ma tu hai quarant'anni
suonati!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Uomo Altrove</b>: appunto... sono
quanrant'anni che corro qua e là, figurati quanta stanchezza ho
accumulato!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Mom</b>: ...</div>Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-74600242406146940122012-05-01T14:41:00.002+02:002012-05-01T14:42:18.502+02:00Versi di primavera...Sospira il ciliegio<br />
attende<br />
le rosse promesse<br />
presagio<br />
di mani protese...Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-85919024567150969572011-11-05T17:00:00.001+01:002011-11-08T14:06:45.562+01:00Di scarpette, topoline danzanti e prove mancate...<div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: Corri amore, che facciamo tardi alla prova di danza!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Despota</b>: ma perché non ho il body e le scarpette?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: perché ancora non abbiamo deciso se DAVVERO vuoi fare danza. Le compreremo dopo.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Despota</b>: non è giusto, avranno tutte le scarpette e io no. Non vale!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ma no, vedrai che non ce l'hanno tutte. E se anche ce l'hanno non fa niente.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Despota</b>: e invece fa, eccome.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ma è solo per stavolta, se poi decidi che ti piace la danza, mamma te le compra subito.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Despota</b>: promesso?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: promesso.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Despota</b>: certo che come faccio a ballare senza scarpette? Angelina ballerina porta SEMPRE le scarpette da danza.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ma che c'entra? Quello è un cartone. Angelina non si leva le scarpette neanche per andare a dormire! Non conta.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Despota</b>: come non conta? Angelina ballerina è una ballerina bravissima, super, fantastica e PORTA LE SCARPETTE!!!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: Angelina ballerina è UN TOPO. E questo già la dice lunga.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Despota</b>: Sei veramente CATTIVA. UFFA. E comunque... dove la facciamo 'sta prova?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: “'sta prova” la facciamo alla palestra della scuola. Me lo hai chiesto tu ricordi? Pensavo ci tenessimi. Ho incastrato tutto al millesimo di secondo per riuscire a portarti qui oggi.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Despota</b>: Cosa ti si è incastrato?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: Niente dai. Eccoci eccoci, sono già dentro. Vedi? Non ce l'ha nessuno il body. E neanche le scarpette...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo tuta-vestito</b>: SIGNORAAAAA!! È QUI PER LA PROVA?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: sì. (perché urla così?)</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo tuta-vestito</b>: La faccia entrare, si sbrighi hanno già iniziato!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ah sì, ok. Corri amore, hanno iniziato. Buon divertimento.Vedrai ti piacerà danza!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Despota</b>: sì vado, però poi me le compri le scarpette?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: certo amore mio, vai.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Despota</b>: sì ciao.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: scusi, signore... ma perché l'insegnante ora sta prendendo delle palle?????????</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Signore tuta-vestito</b>: come perché? A pallavolo si gioca con la palla, no?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ha detto pallavolo? </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo tuta- vestito</b>: sì, il mercoledì c'è pallavolo. Non era qui per la prova di pallavolo?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ehmmm...non esattamente. </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo tuta-vestito</b>: Beh, comunque sua figlia si sta divertendo, guardi là. Secondo me le piace.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: sì, effettivamente sembra proprio che le piaccia. Ma... posso farle una domanda?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo tuta-vestito</b>: dica</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: c'è qualche vaga possibibilità che mia figlia possa indossare delle scarpette da danza per fare pallavolo?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo tuta-vestito</b>: direi proprio di no.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b><span id="goog_1667405224"></span>Mom<span id="goog_1667405225"></span></b>: allora è sicuro. NON LE PIACE. </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/ROVd5oXk7zs?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</div>Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-68071024542698896532011-10-11T21:29:00.000+02:002011-10-11T21:29:38.379+02:00DIALOGHI DELL'ASSURDO<b>Piccola Despota</b>: MAMMA VIENIII!!<br />
<b>Mom</b>: Un attimo... che succede?<br />
<b>Piccola Despota</b>: ti devo dire una cosa...CORRIIII!!!!!!!!<br />
<b>Mom</b>: Ma che c'è? Che succede? Dimmi dai, che di là si brucia tutto.<br />
<b>Piccola Despota</b>: Devo dirti una cosa MOLTO importante.<br />
<b>Mom</b>: Ok, dimmi.<br />
<b>Piccola Despota</b>: Finalmente ho deciso.<br />
<b>Mom</b>: Deciso cosa?<br />
<b>Piccola Despota</b>: Deciso cosa voglio fare da grande.<br />
<b>Mom</b>: Veramente pensavo che avessi già deciso la scorsa settimana... avevi detto la dottoressa, giusto? <br />
<b>Piccola Despota</b>: No, no. Ci ho ripensato.<br />
<b>Mom</b>: Allora la bagnina, come due settimane fa?<br />
<b>Piccola Despota</b>: Ma no. TI HO DETTO CHE CI HO RIPENSATO.<br />
<b>Mom</b>: Ok, ok, allora, dimmi, cos'è che vuoi fare stavolta?<br />
<b>Piccola Despota</b>: No stavolta. Questa volta è vero. Ho deciso. Sono sicura.<br />
<b>Mom</b>: Wow, quanta determinazione! Ne avessi io la metà e saremmo a posto!<br />
<b>Piccola Despota</b>: Come???<br />
<b>Mom</b>: Niente, niente. Allora cos'è che vuoi fare da grande?<br />
<b>Piccola Despota</b>: Da grande farò La Supplente.<br />
<b>Mom</b>: Ah, intendi la maestra?<br />
<b>Piccola Despota</b>: No, no, proprio La Supplente. <br />
<b>Mom</b>: ma sì. hai ragione...meglio abituarsi da subito al precariato....Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-22350666671499322672011-09-27T22:05:00.001+02:002011-09-27T22:06:20.150+02:00Moms@work<div style="margin-bottom: 0cm;">Donne e lavoro: perché è così complicato? Per non dire mamme e lavoro. Non fai che chiedertelo, e continui a rimuginare, cercando inutilmente di capire cos'è che non va. Perché, ti domandi, una donna, una mamma nella fattispecie, deve inesorabilmente trovarsi di fronte a quel malefico bivio: famiglia o lavoro? Oppure deve ritrovarsi invischiata nell'affannoso tentativo di inseguire il mito del nostro secolo: la donna perfetta che riesce a fare (naturalmente in modo impeccabile) tutto. Cosa sarà mai a spingerci a correrre affannosamente dietro a quell'assurdo modello? Forse tutte le aspettative che ci sono cadute addosso negli ultimi decenni. Quel <b>diritto</b> alla parità che troppo spesso sembra diventato un <b>dovere</b>. O le ansie delle nostre mamme, che ci hanno caricato di questo ingrato compito: realizzare i<b> loro</b> sogni, le<b> loro</b> smanie di indipendenza, autonomia, libertà. Perché “una volta non si poteva, ma adesso... Adesso a tuo marito puoi pure mettergli in tavola un cibo surgelato per cena”. Certo che potresti, ma se, semplicemente, non volessi? Perché deve essere così difficile scegliere liberamente ciò che si desidera per se stesse, per i propri figli, per la propria famiglia? Perché, qualunque scelta si decida di fare si finisce sempre, inevitabilmente per sentirsi delle “donne a metà”? <br />
<a name='more'></a>Perché, se scegliamo il lavoro tutto e tutti si accaniranno per convincerci che i nostri figli ne rimarranno segnati a vita e se invece scegliamo la famiglia rischieremo di essere additate come mamme chioccie per il resto dei nostri giorni? Perché, semplicemente, non possiamo credere, e convincerci davvero, che i nostri figli saranno felici di noi perché siamo le loro mamme, indipendentemente dal lavoro che svolgiamo fuori o dentro casa, dalle ore passate a giocare con loro o dalle torte sfornate per i loro compleanni. Sarebbe bello poter pensare che per essere una mamma perfetta sia sufficiente essere La Mamma. Unica e insostituibile. Indipendentemente da tutto. La realtà sembra però essere diversa da questi tuoi sogni ad occhi aperti e così non fai che vedere mamme come te, divise, confuse e sovraccariche di sensi di colpa. </div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ma quello che più ti brucia è che tutte queste donne, queste mamme che ti circondano sono, nella stragrande maggioranza dei casi, delle Gran Donne. Donne con le palle. E viste dall'esterno, ognuna, a modo suo, potrebbe già dirsi ampiamente “realizzata”. Perché è ironica, perché sa tenere in piedi un rapporto di coppia difficile, perché, nonostante tutto e tutti, è davvero un'ottima mamma. Eppure senti che poche di noi possono dire di sentirsi, nel loro profondo, davvero realizzate.E ti chiedi perché. Perché sembra così necessario essere perfette in tutto, saper fare tutto, non mostrare mai un segno di debolezza? Perché è così “sconveniente” ammettere che si ama il proprio lavoro, senza essere assalite dai sensi di colpa? E perché, allo stesso modo, non si può semplicemente decidere di “rinunciare” (Ahi! Quella parola!) ad una fantomatica carriera perché semplicemente “non ne vale la pena”? Sembri farenticare, lo sai. È che tutta questa faccenda continua a roderti dentro e tu non fai che sentire una gran rabbia per tutte quelle donne fantastiche che, come te, continuano a sentirsi “a metà”. Sarà che ti piace lavorare e il tuo lavoro sai farlo bene. Ma poi pensi a quanto ami avere del tempo per cucinare, per leggere e soprattutto per accompagnare i tuoi figli in ogni passo della loro crescita senza dover MAI perdere neache un secondo della loro vita. Pensi che poi, come al solito, in mezzo alle tue elucubrazioni bisogna infilarci, tuo malgrado, anche la vita pratica. E che il vile denaro troppo spesso sancisce lo spartiacque. Ma soprattutO sei convinta di una cosa: che soltanto noi donne, con i nostri grovigli interiori e la nostra forza granitica possiamo affrontare tutto questo. Questo essere sballotate fra necessità e aspirazioni. Questa immensa difficoltà nel trovare il nostro posto, il nostro ruolo, la nostra vera strada. E che mai nessun uomo potrà capire quello che abbiamo dentro: lo strazio, la lacerazione che delle volte ci coglie nel dover SCEGLIERE. E che, lasciatemelo dire, troppo spesso tutte queste donne “a metà” valgono assai di più di un uomo “per intero”.</div>Unknownnoreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-83809741552052864952011-09-12T22:00:00.000+02:002011-09-12T22:00:36.302+02:00IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA NON SI SCORDA MAI<div style="margin-bottom: 0cm;">Succede che ti svegli una mattina e ti ritrovi ad infilare un grembiulino fresco di ferro da stiro a tua figlia. Quella che appena nata pesava a malapena tre chili ed aveva un cespuglio di capelli neri in testa che non volevano saperne di stare composti. Ecco, proprio lei, quella stessa bambina, adesso pesa 20 chili e ti osserva con sguardo interrogativo con i suoi due codini per la prima volta esattamemte simmetrici ed uno zaino veramente spropositato sulle spalle. Ci sembra caduta dentro, a quel grembiulino candido, e in quegli occhi riesci a riconoscere l'emozione, l'adrenalina e il terrore puro che accompagnarono anche te, quel primo giorno di elementari di tanti, tanti, anni fa. </div><a name='more'></a>Probabilmente il tuo post di oggi finirà per diventare un coacervo di banalità, lo sai, ma devi ammetterlo, è assolutamente inevitabile. Inevitabile ricordare il giorno in cui anche tu hai percorso per la prima volta il vialetto di casa dentro al tuo grembiulino bianco: una mano a stringere “la cartella” e l'altra ad afferrare la mano di tua madre. Inevitabile guardare la tua Piccola Despota e pensare che tanto piccola non è più, che ha già i suoi gusti, le sue amichette, e una sua spiccatissima personalità. Inevitabile non commuoversi nel pensare alla strada fatta fin qui e ai milioni di istanti che avete ancora da vivere. Inevitabile osservarla ora, mentre dissimula sicurezza, del tutto impacciata con quello zaino enorme e il suo grembiule bianco e pensarla già donna. La guardi e immagini alla ragazzina, all'adolescente e infine alla donna che diventerà. E sei stupidamente e ingiustificatamente ORGOGLIOSA. Perché nonostante il suo carattere ingovernabile, la sua indole totalmente anarchica, i suoi scatti di nervi già a 5 anni (e mezzo!), nonostante tutto questo (e molto, molto altro), in fondo al tuo cuore di mamma tu senti che diventerà una Gran Donna. E sai che è un sentimento stupido e del tutto infondato. E che magari tra dieci anni ti confesserà di voler fare la velina e sposare un calciatore. Ma oggi, così fiera dentro al suo grembiulino, per te la Despota ha tutto il futuro nelle sue mani.Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-70746915584500195922011-09-01T22:26:00.003+02:002011-09-01T22:27:36.331+02:00Settembre<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">Puntuale è arrivato settembre. E così torni a passare le ore a riflettere la luce di un monitor invece di farti accarezzare dal sole. Archivi i top sfrontati per rispolverare timidissime magliette a mezze maniche. Tiri di nuovo fuori dal fondo del cassetto il correttore per le occhiaie, che tempo un paio di settimane rispunteranno fedelissime sul tuo volto per accompagnarti per tutto l'inverno. Inizi ad organizzare il “calendario” degli impegni familiari, studiando attentamente un gioco di incastri degno dei migliori campioni di tetris. Pensi a come smaltire i chili in più presi durante le vacanze (cercando di allontanare quanto più possibile dalla tua mente quell'odiosa parola... “dieta”). Allestisci tutto l'armamentario per il rientro a scuola dei cuccioli, e vieni assalita da un magone che neanche Anna Magnani nelle sue migliori scene, quando pensi alla Despota in prima elementare e al Cucciolo al suo primo anno di nido. Ma soprattutto fai progetti. </div><a name='more'></a>Ti riempi la testa e tutti i taccuini che possiedi di buoni propositi. Lo fai da sempre. Da quando sei bambina. Settembre è il mese in cui tutto ti sembra possibile. Iscriverti in palestra, guarire dallo shopping compulsivo, cenare tutti insieme intorno a un tavolo. Settembre è il mese in cui ti riprometti di sistemare i giochi della cameretta, di riprendere quel racconto lasciato da anni a metà, di avere più tempo per tutti: per i bimbi in primis, ma anche per quella che dovrebbe essere la coppia generatrice di tutto il resto del Caos, ovvero tu e l'Uomo Altrove, e per gli amici che non senti da mesi, per i parenti che senti tutti i giorni ma che non riesci a sostenere come vorresti, e, se proprio avanza tempo, anche per te stessa. Grandi progetti. Grandi propositi ogni anno puntualmente disattesi. Ma stavolta no, da settembre senti che sarai più determinata, forte, cazzuta... A settembre, vedrai che cambia tutto...Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-80150759846353113242011-07-28T10:16:00.000+02:002011-07-28T10:16:04.386+02:00Chi si fa gli affari suoi...La despota tanto per cambiare ha la tosse. E fin qui nulla di nuovo. Non c'è da stupirsi neanche che la suddetta tosse sia arrivata, "puntualissima" giusto qualche giorno prima della vostra partenza per le vacanze. Anche questo è un classico di cui nessuna mamma più si stupisce. Ma c'è dell'altro. <br />
<a name='more'></a>Quando la Despota ha la tosse, come in ogni circostanza della sua vita, lei deve distinguersi. E infatti la tosse della Despota ha un suono di quelli che non si dimenticano. Tosse abbaiante. Dopo anni di osservazione e visite pediatriche hai appreso che è così che viene definita. Ed effettivamente somiglia in tutto a quella di un cane. Un cane che abbia fumato due pacchetti di sigarette senza filtro, per la precisione. In tutto questo però c'è anche qualcosa di confortante. Perché, a detta del tuo pediatra, la suddetta "tosse abbaiante" indicata nella maggior parte dei casi un'infiammazione della gola e della laringe. Dunque: i polmoni sono salvi! E questo è già qualcosa. Tutto questo per dire che 5 faticosi anni di tosse, febbre e raddreddori vari, ti hanno reso ormai una finissima riconoscitrice della tosse di tua figlia. Ma il problema, come al solito, arriva dall'esterno. Da quella massa di estranei che ti gravitano attorno e che, quando vedono un bambino, si sentono automaticamente in diritto di esprimere "candidamente" la loro opinione. Ed è una cosa che ODI SOMMAMENTE. Per non parlare delle vecchiette sempre strategicamente appostate dietro l'angolo, pronte a spuntare dal nulla proprio nel momento in cui incappi in un normalissimo, frequentissimo "contrattempo".<br />
- "Signoraaaa! Il bambino ha perso la scarpetta!".<br />
-"Signoraaa! La bambina ha il naso sporco!"<br />
- "Signoraaaa! Non vede che il piccolo ha freddo?".<br />
Ma io dico: ma porca di quella miseria maledettissima Ma chi vi conosce? Cosa volete da me e dai miei figli? E sopratutto: chi ha chiesto al vostra opinione?<br />
Ecco, l'ultima della serie, si è verificata giusto qualche giorno fa. A scatenarla, proprio la tosse della Despota. Siete in un negozio. La Despota abbaia, cioè tossisce. La commessa si volta verso di te e "candidamente" osserva: "SIGNORAAAA!!Ma ha sentito la tosse di questa bambina? Questa è bronchite! Le sta dando gli antibiotici?". Ora, prima di tutto vorresti sottolineare l'aggravante dell'età, dal momento che la commessa in questione non era affatto una vecchietta (quindi con l'attenuante di un'eventuale stato di rincoglionimento acuto) ma una donna giovane, più o meno della tua età. Detto questo, meriti sicuramente un plauso per aver respirato profondamente ed esserti ricordata i principi fondamentali di quelle uniche 5 lezioni di yoga che sei riuscita a seguire e che ti hanno permesso di non prendere la commessa per quella sua scialba codina di cavallo e sfracellarla al muro. Così ti sei semplicemente limitata ad indossare la faccia più gentile e tranquilla che possiedi e risponderle serafica: "Non è bronchite, e comunque stiamo per andare dal pediatra".<br />
La realtà è che, con altrettanta serenità avresti voluto precisare giusto qualche punto:<br />
1) Lei non è "questa bambina". È MIA figlia.<br />
2) Non è bronchite. È una laringite con sospetta faringite.<br />
3) Mia figlia non prende gli antibiotici!<br />
4) Per quale arcano motivo invece di vendermi un paio di scarpe si permette di sputare sentenze su qualcosa di cui non sa assolutamente nulla?<br />
Visto che dicono che hai un pessimo carattere, hai evitato di puntualizzare queste cosucce, e te le sei tenute per te... MA... QUANTA FATICA!!!!Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-22946770742517768002011-06-08T22:58:00.001+02:002011-06-08T22:58:26.916+02:00Che mondo sarebbe senza ansia?<div style="margin-bottom: 0cm;">Per iniziare, una comunicazione di servizio. Mom non è morta, non è nemmeno gravemente malata (per il momento!!!) e non è stata colta da un'improvvisa, precoce, dolorosissima artrite perforante che le ha impedito PER QUASI UN MESE di picchiettare i tasti del suo portatile e scrivere un nuovo post. Semplicemente in queste settimane Mom è stata piuttosto “presa”. Presa dal vortice inarrestabile delle scadenze/riti/ricorrenze da fine anno scolastico. Presa dai saggi di inglese, musica, ukulele e quant'altro; presa dagli irrinunciabili brevetti di nuoto; presa da gite e feste di fine anno; presa dalla spasmodica ricerca di una casa dove trascorrere le vacanze estive; presa dal vano tentativo di organizzare “per tempo” tutto il necessario per la partenza: valige, pannolini, lettini da campo, passeggini, cerette, solari e molto, MOLTO altro. Ma sopratutto in queste settimane Mom è stata immancabilmente presa dall'ANSIA. <br />
<a name='more'></a>La sua solita ansia, quella che la accompagna da sempre, ma che è diventata sempre più fedele, subdola e bastardamente insidiosa più o meno da 5 anni a questa parte. Solo poche mattine fa, al tuo ennesimo: “presto, alziamoci, è TARDISSIMO”, l'Uomo Altrove ti ha risposto con un serafico: “Non puoi vivere nell'ansia”. Ma chi lo dice che non puoi? Tu ci riesci benissimo. Quasi ci sguazzi nella tua ansia. Probabilmente ti sentiresti orfana senza la tua dose giornaliera. Cose succederebbe se un giorno, all'improvviso, ti svegliassi e ti sentissi inspiegabilmente TRANQUILLA? Niente pensieri per la testa, niente scadenze, lancette di orologi, impegni, appuntamenti, preoccupazioni. La mente sgombra da ogni tipo di ANSIA. Insomma, per capirci, chissà come sarebbe vivere nel magico, fatato mondo dll'Uomo Altrove? Quello in cui se devi partire tiri quattro cose in valigia un'ora prima, tanto se ti dimentichi qualcosa, “te lo ricompri lì”. Quello del “se non troviamo una casa per le vacanze prendiamo la casa dell'anno scorso”. Quello del “ rimaniamo altri cinque minuti a letto che non mi va di alzarmi”. Chissà cosa si prova a vivere in quel mondo... quante volte te lo sei domandato. E chissà perché è così difficile per te entrarvi. Forse perché, da quando sei diventata mamma, hai sentito che qualcosa era cambiato per sempre. Perché hai capito che da quel momento al mondo c'era qualcuno che avrebbe PER SEMPRE invaso i tuoi pensieri, qualcuno che a volte ti avrebbe tolto il sonno, altre il fiato, qualcuno che avrebbe preso tutte le tue energie, per renderti indietro una forza inaspettata. Qualcuno che sarebbe “sempre e per sempre” venuto prima. Prima di ogni altro pensiero, bisogno, necessità. Prima di tutto. E allora? Cosa c'entra tutto questo? È presto detto. Quando si ha un dono così prezioso da custodire e coltivare come quello della maternità, non ci si può rilassare. Bisogna essere sempre attenti, pronti, preparati. Sempre presenti. Forse proprio in questo è racchiusa l'essenza della maternità. Nell'esserci sempre con ogni fibra del proprio corpo, con muscoli, cuore e cervello. Perché quegli esserini, quelle persone in miniatura che si stanno preparando al mondo, li abbiamo tuffati noi in questo caos. E ora dobbiamo rendergli il tutto il più piacevole possibile. E fornirgli gli strumenti per diventare degli adulti consapevoli. E farli ridere. E insegnargli la bellezza dei piccoli gesti. E farli sentire sempre al sicuro. E... tanto tanto altro... non vi sembrano dei motivi sufficienti per stare sempre, perennemente in ansia? Certo una “Mom zen” sarebbe notevolmente più apprezzata, ma forse per raggiungere un obiettivo di tali proporzioni sarebbe necessaria, se non una pausa, perlomeno una lunga vacanza dagli impegni della maternità. Effettivamente questo pensiero ti ha più volte sfiorato. Delle volte, forse, bastebbero solo delle ore di permesso. Il problema, non di poco conto, è solo uno: a chi chiederle? Chi sarebbe, di grazia, il datore di lavoro di una Mamma? </div>Unknownnoreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-39678313122779574512011-05-13T21:39:00.001+02:002011-05-23T18:23:03.978+02:00Neanche l'ABC...<div style="margin-bottom: 0cm;">Agli uomini mancano le basi. E questo è noto. Più nello specifico, potremmo dire che gli uomini ignorano le regole che sono alla base di una sana e serena convivenza con l'altro sesso. Fanno errori grossolani, si perdono in un bicchier d'acqua e riescono SEMPRE a dire la parola sbagliata nel momento sbagliato. Gli uomini sono così. Ma l'Uomo Altrove, come sempre, è OLTRE. Oltre ogni immaginazione, oltre ogni limite. Perché uno pensa: vabbè ignorare le basi, ma l'ABC... quello lo diamo per acquisito. Grosso errore. Mai dare nulla per scontato con gli uomini. Meno che mai con l'Uomo Altrove. Perché lui sa arrivare dove altri non osano neanche “pensare” di arrivare, sfidando ogni regola e infischiandosene allegramente delle sopraccitate BASI. </div><a name='more'></a>Cosa sarà successo mai? Vi chiederete a questo punto. Qualcosa di molto semplice. E di semplicemente drammatico. È che da qualche mese ti vedi ingrasstella e non riesci più tanto a guardarti allo specchio. Sarà sta prova costume che è alle porte, saranno le pubblcità martellanti delle creme rassodanti/snellenti/liscianti/modellanti/ (insomma la famosa “lardo crema antibotolo...” ricordate?) o la frustrazione di non essere riuscita a frequentare nemmeno UNA lezione nella tua strafighissima palestra. Insomma saranno tutte queste cose o semplicemente la tua autostima che è sotto zero, ma non fai che fare a tutti, all'Uomo Altrove in primis, la fatidica domanda: “amore, mi trovi ingrassata?” e lui: “Nooooooo!!!”. E fin qui tuttoi ok. Sta seguendo alla lettera le regola numero uno: negare l'evidenza. Tutto sommato ha imparato, pensi soddisfatta. Finché giusto ieri, la conversazione prende una piega che ha del drammatico:<br />
<b>Mom</b>: amore, mi trovi ingrassata?<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo altrove</b>: Ma nooooo...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ma sei sicuro? Guarda questi jeans, mi fanno un sedere enorme...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: ma no, amore, ti sbagli. E poi sai che c'è?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: cosa?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: a me, più ti ingrassi e più mi piaci!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"></div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ora vi chiedo: come può un uomo, uno sano di mente intendi, una cosa del genere a una donna? Anzi, non a una donna qualunque, ma a sua moglie. Con la quale dovrà condividere le ore, la casa, i pannolini sporchi dei bambini e quant'altro per il resto della vita o giù di lì? Sì insomma, come può il suddetto uomo pronunciare una frase del genere senza minimamente pensare che gliela farai scontare per il resto dei suoi giorni?</div>Unknownnoreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-1615298656277540182011-04-30T15:13:00.001+02:002011-04-30T15:14:24.809+02:00DIALOGHI DELL'ASSURDO: Scene da un matrimonio<div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: Mamma ma quando arriva la principessa?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: Sta arrivando sta arrivando...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: Ma i tipi che urlano e sventolano bandierine sono tutti invitati?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: Nooo... quelle persone sono lì solo per vedere il matrimonio del principe e della principessa.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: WOW! E anche quando ti sei sposata tu c'era tutta quella gente con le bandierine?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: no, decisamente no. Ma c'erano tutti nostri amici, e i parenti, è stata una bella festa.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: Sì sì ho capito... </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: Eccola, eccola che arriva guarda che bella!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: WOW!Ma è STUPENDA! Guarda che vestito mamma, guarda, guarda, guarda.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: Sì, l'ho visto, l'ho visto.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: WOW! Guarda mamma è tutto luccicante sulle braccia e poi guarda il velo è MERAVIGLIOSO! Guarda quanto è lungo... arriva a terra!WOW!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: eh già...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: Ma quando ti sei sposata tu ce l'avevi il velo?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: il velo?emm... sì ce l'avevo, una specie.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: ed era così lungo e bellissimo?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: lungo non tanto, ma sì era bellissimo.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: lungo fino ai piedi?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: un po' meno.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: fino al sedere?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: meno.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: fino alle spalle?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: cala, cala.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: ma neanche fino alle spalle? Che velo era?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: era... era una specie di spruzzo di tulle, diciamo... arrivava fino alle orecchie però.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: Sì ho capito ho capito...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ecco che entrano in chiesa.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: WOW!quella è una chiesa? È grandissima! Guarda quanto è lunga... e i soffitti alti alti...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: già..WOW...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: E quando ti sei sposata tu era così grande la chiesa?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: emm... no, era piccolina amore di mamma, ma molto intima, raccolta, poi in realtà non era neanche una vera chiesa...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: Che vuol dire? Ti sei sposata in una chiesa finta?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: Bè, è un discorso un po' complicato, magari quando cresci mamma ti spiega...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: Sì ho capito, ho capito.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: guarda amore adesso escono dalla chiesa e vanno verso il castello.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: WOW! Il castello!!! Ma tu quando...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: NO, NON ABBIAMO CENATO IN UN CASTELLO, amore. Ma mamma si sentiva comunque una principessa.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: Sì, Sì ho capito...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom:</b> stanno salendo sulla carrozza...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: LA CARROZZA??WOW WOW WOW!!! Mamma la carrozza: l'hai vista? Tu non avevi la carrozza vero?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: no, amore non avevo la carrozza, mamma si è sposata in cinquecento.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: Cosa?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom: </b>sì una macchina piccolina tanto carina...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: ti sei sposata dentro una macchina PICCOLA?????</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: sì amore, ma...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: MA?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ma era... VIOLA! </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: WOW!!!VIOLA mamma!ma è il mio colore preferito!!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: anche il mio amore... ma evidentemente non quello della principessa.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: Viola...WOW... quando mi sposo anch'io voglio la macchina viola come te.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: e non vuoi la carrozza?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Piccola Despota</b>: La carrozza viola si può avere?</div>Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-67294081661610512722011-04-19T18:15:00.000+02:002011-04-19T18:15:57.628+02:00RIDATECI LE MEZZE STAGIONI!<div style="margin-bottom: 0cm;">Mettiamoci d'accordo. Ora, non si era detto che non esistevano più le mezze stagioni? Bene. Ne avevamo preso atto e ci eravamo adeguati. Ecco allora che dieci giorni fa abbiamo visto caderci sulla testa un sole così bello e inaspettato da farci esclamare (ancora con i cappotti e gli stivali addosso): “è estate!!”. E via, di corsa a scovare dentro ai cassetti qualche residuo d'estate, scampato al precedente cambio di stagione. Abbiamo visto girare spavalde per le strade magliette, canottiere, e addirittura sandali! E tu, naturalmente ti sei adeguata con gran piacere e ti sei tuffata nel centro commerciale più vicino per rifornire i tuoi pargoli di magliette a manica corta, pantaloni leggeri, cappeli e creme solari (sì avete letto bene, creme solari!!). Così, dopo aver dato miserabilmente fondo alla tua carta di credito sei rincasata tutta soddisfatta e hai iniziato ad alleggerire Despota e fratellino, facendogli finalmente riassaporare la fantastica sensazione del cotone sulla pelle, dei calzini leggeri, dei giacchetti smanicati! Ma poi un giorno... All'improvviso un giorno accade che, uscendo di casa fantasticamente leggeri e disinvolti, una fresca brezza vi accarezza la pelle:</div><div style="margin-bottom: 0cm;">“Mamma ma è tornato l'inverno?” chiede Piccola Despota con assoluta cognizione di causa.</div><div style="margin-bottom: 0cm;">“Ma no, amore, è che è ancora presto, il sole non si è ancora levato per bene... vedrai tra qualche ora...”... Tra qualche ora peggiorerà, inizieranno le nuvole e il freddo si farà più pungente. Tu inzierai a ghiacciare nella tua splendida camicia di cotone e la tua despotina inizerà a fare altrettanto dentro ai suoi fantastici pantaloni “a pinocchietto”. Morale della favola: nel giro di 24 ore non solo è cambiato il tempo. È proprio cambiata stagione. E in molto meno di 24 ore ti sei ritrovata in casa due bambini smoccolanti che tossiscono a fasi alterne e talvolta (udite udite!) anche contemporaneamente. E se permettete questa cosa ti fa abbastanza girare le scatole. Perché? Come perché? Perché non ne puoi più. Perché BASTA. Perché avete già dato. Perché come forse tutte le mamme della terra hai trascorso l'inverno a contare i giorni che vi separavano da quel fatidico 21 marzo quando (EVVIVA DIO!) sarebbe arrivata la sacrosanta primavera! E tu avresti finalmente, giustamente e MERITATAMENTE archiviato per sempre tachipirine, termometri, vaporizzatori, e maledettissimi aerosol. E invece eccola qui la primavera dei tuoi stivali. Ed eccoti qui. È il 18 aprile e hai rispolverato il vaporizzatore nonché il tuo fantastico aerosol (a proposito, piccolo consiglio per le case produttrici: mai pensato di farne uno a forma di lampada, o chessò, di vaso, almeno si mimetizza meglio sul tavolino del salotto?) e sei tempestivamente rientrata nei panni della mamma ansiosa/iper-protettiva/rompiballe: “e chiuditi il giacchetto, e metti la fascia per le orecchie, non correre, non sudare, non ti muovere... ” ... tutte frasi che in realtà racchiudono un unico disperato monito: NON TI AMMALARE!</div>Unknownnoreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-80287370177566702722011-04-01T22:55:00.003+02:002011-04-04T11:10:48.533+02:00DIALOGHI DELL'ASSURDO<b>Mom</b>: Amooreee!!Allora hai finito la colazione? Dai che facciamo tardi a scuola!<br />
<b>Piccola Despota</b>: Sì sì ho finito!<br />
<b>Mom</b>: Brava amore, fammi vedere... Ma come? C'è ancora mezza tazza! Dai, finisci il latte... e sbrigati che chiudono il cancello!<br />
<b>Piccola Despota</b>: NO.<br />
<b>Mom</b>: Come no?<br />
<b>Piccola Despota:</b> HO DETTO NO. Il latte non mi va più. Voglio lo yogurt.<br />
<b>Mom</b>: E no, carina, adesso ti bevi il latte. Mamma te lo aveva chiesto: latte o yogurt? Una domanda molto semplice. Delle due l'una. Tu hai scelto il latte. Ed ecco il tuo squisito latte con una tonnellata di cacao e un cucchiaino scarso di zucchero, come piace a te, principessa della casa. Mamma te lo ha preparato con tanto amore e TU ORA TE LO BEVI.<br />
<b>Piccola Despota: </b>HO DETTO CHE NON LO VOGLIO. Se non lo voglio non lo voglio. Ho la pancia piena.<br />
<b>Mom</b>: Ah, sì? Hai la pancia piena? E adesso che ci facciamo con il latte che hai lasciato?<br />
<b>Piccola Despota:</b> Lo buttiamo.<br />
<b>Mom</b>: LO BUTTIAMO???????????<br />
<b>Piccola Despota: </b>Sì.<br />
<b>Mom</b>: Ma lo sai che il cibo non si spreca? Che ogni cosa che trovi sulla tua tavola è stata comprata, messa su un carrello, cucinata.... Ogni cosa che mangi è frutto di lavoro... NON SI DEVE SPRECARE.<br />
<b>Piccola Despota: </b>ma<b> </b>è solo un po' di latte!<br />
<b>Mom</b>: Solo un po' di latte? è comunque del cibo e non si spreca. Te l'ha detto mamma che in Africa ci sono bambini che non hanno nulla da mangiare...<br />
<b>Piccola Despota: </b>Appunto. Lo faccio anche per loro.<br />
<b>Mom</b>: ... ??????<br />
<b>Piccola Despota: </b>Se ci mangiamo tutto noi a loro cosa resta?<b><br />
</b>Unknownnoreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-86465460129932874432011-03-22T20:52:00.000+01:002011-03-22T20:52:36.415+01:00SCOLAPASTA<div style="margin-bottom: 0cm;">Devi confessarlo. Stai passando un periodo duro. Più che duro. Un periodo veramente tosto. Uno di quei periodi in cui, giorno dopo giorno ti ripeti: stringi i denti, stringi i denti... ma a forza di stringerli, sti denti, ti stai fracassando la mandibola. Uno di quei periodi in cui ogni volta che pensi “tanto peggio di così...”, l'attimo dopo succede irrimediabilmente qualcosa di peggio. Uno di quei periodi in cui ovunque si posi il tuo sguardo, va sempre a finire che trovi qualcuno sfacciatamente più bravo, più buono e più figo di te. Insomma, sei nel periodo “scolapasta”. Avete presente quando iniziate a sentire un fastidioso ticchettìo d'acqua provenire dal bagno? Subito pensate: ci sarà una piccola perdita, domani chiamo l'idarulico. Poi passa una settimana, un mese, e dell'idraulico nessuna traccia. In compenso, insieme al lavandino inizia a gocciolare anche il bidet. Poi lo scarico del wc inzia a fare le bizze, l'acqua calda arriva a stagioni alternate, insomma, in men che non si dica ti ritrovi una mattina a scendere dal letto con l'acqua alle caviglie. Ecco, è la metafora dello scolapasta: un buchino, un altro e via... inizi a fare acqua da tutte le parti. È così che ti senti in questo periodo. Tutto inizia con una piccola cosa, all'apparenza insignificante: la Despota è più capricciosa del solito... sta passando un periodo difficile... finisce che la sera non vuole più farsi raccontare la favola da te perché “papà è meglio!” e tu giù a sentirti la madre più terribile del mondo. Ma quello è solo il rubinetto del bagno. La prima goccia. E tu, ingenua, quasi la ignori. Ed ecco che, goccia a goccia, si aggiunge tutto il resto: al lavoro ti fai in quattro e nessuno se ne accorge, il tesserino della palestra ormai lo usi soltanto per grattare i gratta e vinci, e quando incroci (tuo malgrado) uno specchio, stenti a riconoscerti. Sei addirittura arrivata a pensare che se l'Uomo Altrove abitasse un po' più su questa terra e non in un Altrove immaginario, forse anche lui si sarebbe accorto che tutto sommato sei una bella frana. Ecco è così. Acqua da tutte le parti. Scolapasta. E hai pure finito la tua riserva di Valeriana. La vita, quando ci si mette, riesce ad essere davvero bastarda. </div>Unknownnoreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-81299413920575005252011-03-17T11:29:00.002+01:002011-03-17T11:32:19.944+01:00VIVA L'ITALIAL'Italia tu oggi vuoi festeggiarla così...canticchiando <a href="http://www.youtube.com/watch?v=Y27o-7U13OA&feature=fvsr">una splendida canzone</a>... con quel soffio di malinconia fra le parole... con quel sorriso un po' tirato che ti lascia sul volto...Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-33795155208009602112011-03-08T21:45:00.001+01:002011-03-08T21:46:01.748+01:008 marzo 2011<div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne spingere un passeggino dall'alto di un tacco 12 e fingersi disinvolte</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne in erba lottare con il proprio corpo </div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne entrare in analisi per essersi dimenticate il latte per il figlio</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne amare lo stesso uomo per tutta la vita</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne sposarsi e metter su famiglia per poi ricordarsi che “non si erano ancora divertite abbastanza”</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne incontrarsi fuori dall'asilo, fra buste della spesa e passeggini, e ridere delle proprie disavventure</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne sorridenti, belle, ognuna diversa dall'altra, unirsi in una piazza e far sentire tutta la loro rabbia</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne desiderare ardentemente un figlio che non arriva e alla fine riuscire a guadagnarsi la propria porzione di eternità</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne sprecare la vita a invidiare la vita degli altri</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne piangere di nascosto rannicchiate in un angolo del letto</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne affogarsi di lavoro per soffocare un dolore </div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne testarde inseguire accanitamente il Vero Amore</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne struccarsi con le salviette Pampers</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne ricominciare da zero con un sorriso spavaldo sul volto</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne passare notti insonni tra pianti e pannolini e la mattina dopo svegliarsi, andare al lavoro e “produrre” come un qualsiasi uomo</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne commuoversi sul lettino dell'estetista, alla prima ceretta post-partum</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne terrorizzate davanti a un test di gravidanza, decidere di sfidare il mondo</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne inseguire un ideale di perfezione che NON ESISTE</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne sudare dentro una palestra tutta la loro rabbia, le loro frustrazioni, i loro fallimenti</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne fantastiche sentirsi inadeguate</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne mediocri credersi fantastiche</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne vendere la propria dignità per 30 denari</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne esibire la propria femminilità con l'intelligenza e la disinvoltura di cui solo noi siamo capaci</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne aiutarsi l'un l'altra </div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne tirare giù tutti i santi dentro una sala travaglio</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne che non mollano, nonostante tutto e tutti</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne appassionate abbracciare la vita con un'entusiasmo contagioso</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ho visto donne rivoluzionarie scegliere di avere dei figli e credere ancora, ostinatamente, in un futuro migliore</div><blockquote><br />
</blockquote>Unknownnoreply@blogger.com23tag:blogger.com,1999:blog-2455346970037469883.post-88157509802415329212011-02-20T16:20:00.004+01:002011-02-20T16:27:44.311+01:00Scuola elementare<div style="margin-bottom: 0cm;">Abbiamo iscritto Piccola Despota alle elementari. A dire il vero, l'atto pratico dell'iscrizione scolastica (cosa assai formale e burocraticamente impegnativa) è stato svolto ADDIRITTURA da Uomo Altrove.<br />
Proprio così. Di buon mattino si è recato presso la segreteria della scuola elementare, con un tuo foglietto dettagliatissimo, nel quale avevi scritto nell'ordine:</div><ul><li><div style="margin-bottom: 0cm;">il nome della scuola</div></li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">il numero di ore richiesto (sono ormai lontani i tempi in cui esisteva soltanto il tempo “normale” e il tempo “pieno”, adesso è un fiorire di opzioni: antimeridiano, moduli, rientri, tempi continuati...)</div></li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">i nomi delle amichette che la Despota voleva INDEROGABILMENTE nella sua stessa classe</div></li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">la scelta relativa alla religione</div></li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">il codice fiscale di tutti i componenti della famiglia</div></li>
</ul><div style="margin-bottom: 0cm;">… hai inoltre riflettuto a lungo, indecisa se indicare anche il nome di vostra figlia fra i dati di cui Uomo Altrove doveva essere ASSOLUTAMENTE a conoscenza per effettuare l'iscrizione, ma poi ti sei fatta coraggio e hai pensato che in fondo quello era un dato che poteva anche ricavare da solo. </div><div style="margin-bottom: 0cm;">Insomma, Uomo Altrovesi è recato in segreteria, ha compilato il modulo e con questi pochi semplici gesti ha formalizzato una delle prime tappe importanti nella vita della vostra despotina. </div><div style="margin-bottom: 0cm;">Quando lo hai chiamato dal lavoro eri tutta emozionata:</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: allora, fatto tutto?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove: </b>sì certo</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: hai avuto problemi? Era difficile il modulo?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: ma dai, non era mica l'esame di maturità... c'era da scrivere quattro cose in croce. Con quel tuo foglietto, poi, ero in una botte di ferro!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: stai usando per caso un tono ironico?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: chi io? Figurati...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: hai scritto bene il nome della Despota?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: MA INSOMMA, Mom! Smettila! Ma che ti prende? Vuoi calmarti?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: non sono mica agitata...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: ah no?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ok, magari un pochino...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: l'ho compilato bene il modulo, fidati.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: sì lo so, lo so, non è quello, è che...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: cosa c'è? Non capisco il perché di tutta questa agitazione.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ma ci pensi? La Despota va alle elementari...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: oddio! Ed io che l'ho lasciata alla materna, stamattina...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: eddai, hai capito cosa intendo.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: sì, ho capito. </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: insomma, le elementari. Quella è La Scuola.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: sì direi di sì, così la chiamano.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: è la scuola dei grandi.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: beh, grandi...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: e lei è ancora così...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: cocciuta?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: no. </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: impertinente?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: no.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: viziata?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: no.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrov</b>e: capricciosa?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: MA NO! Dai. Smettila di scherzare. Questa è proprio una cosa seria. LA DESPOTA VA ALLE ELEMENTARI!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: sì, dai, le elementari. Non è mica l'università. Ce la possiamo fare.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: ma lei è così PICCOLA, è la nostra piccolina. Te la ricordi, appena uscita dalla sala operatoria, minuscola e grinzosa, con i capelli tutti dritti? E quando ha iniziato a gattonare, in quel modo così buffo che sembrava una ranocchia... </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: ehi, non lo fare...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: cosa? </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: ... non fare la nostalgica. Ti sta tremando la voce. Non sei in ufficio?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: sì sono ufficio, e non sono nostalgica. Sono solo... non so. Va a scuola, amore, non riesco a crederci. La nostra piccolina... è già così grande. </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: ma è normale che sia così, è fisiologico. I figli crescono, diventano indipendenti, e arriverà il giorno in cui si staccheranno da noi. È così che funziona. E non piangere.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: non sto piangendo, è solo che... è incredibile. I figli ti danno davvero la misura del tempo che passa. Attraverso loro ti vedi la vita scorrere sotto gli occhi, ti rendi conto di come sia tutto così tremendamente fugace...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: dai, non esagerare! Possibile che per te ogni scusa sia buona per intavolare una riflessione sui massimi sistemi? È SOLO la scuola elementare.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: no, è solo il primo passo: ora le elementari, poi il liceo, l'università, diventerà una donna...</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: dai, non ci pensare, guarda il lato positivo.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: e cioè?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: tra soli dodici anni sarà maggiorenne, se ne andrà in vacanza da sola e noi finalmente ci faremo una vancanza da soli!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom</b>: l'hai detto, sa?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: cosa?</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Mom: </b>a 18 anni in vacanza da sola.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Uomo Altrove</b>: beh, effetivamente... diciotto mi sembra prestino, magari meglio aspettare la laurea... </div>Unknownnoreply@blogger.com5