mercoledì 30 dicembre 2009

Grandi soddisfazioni - Parte Prima

Ogni venerdì, da più o meno dieci anni, l’Uomo altrove si riunisce con i suoi amici per giocare. Originariamente il giorno preposto era il lunedì e il gioco non poteva che essere uno: il Risiko. Non c’era possibilità di scelta o alternativa valida: il lunedì si risikava. L’Uomo altrove e i suoi “compagnucci di merende” erano dei veri talebani del Risiko, e il diktat era uno, semplice e chiaro: “non avrai altro gioco all’infuori del Risiko”. Finché un giorno arriva lui, il Texas Hold’em, e niente è più come prima. L’allegra brigata dapprima lo sperimenta quasi per scherzo, durante il periodo natalizio (del resto a Natale si sa, si gioca a carte), e poi non riesce più a farne a meno. Inizia la dipendenza da Texas Hold’em: e allora le ore si cominciano ad allungare: non più mezzanotte, ma l’una, le due, le quattro di mattina; il giorno si sposta: meglio il venerdì così l’indomani non si lavora; il numero dei partecipanti cresce: dai cinque (d’obbligo per il risiko) si passa a sei, sette, fino ad arrivare a dieci. Impossibile guarire: il gioco ora sfiora la patologia: il venerdì l’Uomo Altrove rincasa alle tre e ti sveglia, pretendendo di raccontarti come si è conclusa “l’ultima mano”, e quando vede che i tuoi occhi sono due fessure e non sai nemmeno chi sia l’uomo che ti sta parlando, lo senti che accende la tv e si sintonizza sul canale del poker. Perché è così. Una volta che si inizia, non c’è più via d’uscita: il venerdì con gli amici, il giorno dopo i commenti al telefono e poi le partite su internet, i tornei seguiti in televisione. Fino ad arrivare all’apice. La punta dell’iceberg, quando, in occasione del Natale, l’Uomo Altrove decide di esportare il poker texano anche in famiglia. E ti ritrovi davanti alla scena a dir poco surreale dei tuoi parenti (nonne, zie, suocere e madri comprese) che, al posto della classica tombolata, si sfidano all’ultimo sangue a Texas Hold’em. Tu partecipi, ma come al solito ti diverti più che altro ad osservare, e ti chiedi come diavolo abbia fatto tuo marito a convincere tutti a giocare. Te lo guardi allibita mentre spiega le regole, divide le fiches, mischia le carte. È eccitato come un bambino e deciso a vincere come sempre. Non gli importa che si stia giocando pochi euro con la madre, la moglie e i familiari: ogni volta che l’Uomo Altrove si accinge a “giocare”, di qualsiasi gioco si tratti, l’imperativo è sempre lo stesso: VINCERE, VINCERE, VINCERE.

mercoledì 23 dicembre 2009

Top five natalizia

Visto che il Natale è davvero alle porte (anzi praticamente sta già suonando il campanello) ecco una top five che gli rende omaggio. Si tratta di una piccola classifica dei tuoi più cari ricordi d’infanzia legati al Natale.


1) La notte del 24. Il trambusto e l’allegria che accompagnavano il momento di andare a dormire, quando si cercava di far saltare fuori dei posti letto improbabili per fare posto a tutti i parenti: divani, brandine sistemate alla buona, e te che dormivi “da capo a piedi” insieme a tua cugina.
2) La mattina del 25. Svegliarsi tardi e ciabattare per casa in pigiama insieme a tuo fratello e tua cugina. Le risate, gli scherzi, la colazione alle 11.00 con caffelatte e pandoro, mentre la cucina era pervasa dagli odori del pranzo di Natale.
3) I vani tentativi, la notte del 24, di rimanere svegli per aspettare Babbo Natale. I trucchi, le strategie studiate a tavolino con tuo fratello (“Allora facciamo i turni: prima sto sveglia io, poi, quando sto per addormentarmi, ti chiamo…”).
4) La tua bisnonna che apre il tuo regalo: un pacchetto di sanagola alla menta, e le ridono gli occhi.
5) Tu che torturi il pianoforte e le orecchie dei tuoi parenti con canzoni natalizie un po’ stonate (e costringi tutti a cantare con te).

Questa la mia top five. Se avrete voglia di regalarmi le vostre, sarà per me un regalo davvero speciale per questo Natale.

venerdì 18 dicembre 2009

Tutti a letto!

Ore 20.30 di un giorno qualunque.


Mom: Amore cosa fai? Sistemi la cucina o metti a letto la piccola?
Uomo Altrove: La metto a letto io, dai, altrimenti con me non ci sta mai…
Mom: Ok, io metto a posto qui.
Infili i guanti da cucina e inizi a sparecchiare. Uomo altrove e Piccola Despota si dirigono verso le camere. Non passano neanche cinque minuti, ed ecco puntuale, da lontano odi una voce che ti sembra familiare:
Uomo Altrove: Amore…
Mom: Sì caro… ‒ il tuo tono è gentile e disponibile, ma sai che presto cambierà…
Uomo Altrove: Dove sta il pigiamino?
Mom: Nel primo cassetto.
Uomo Altrove: Non lo trovo.
Mom: Cerca bene.
Uomo Altrove: Ti dico che non c’è!
Mom: Sarà passato il ladro di pigiamini…
Uomo Altrove: Cosa?
Mom: Niente, niente… arrivo!
Ti togli i guanti da cucina vai in camera apri il primo cassetto e… voilà… magia delle magie… signori e signore, il pigiamino!
Uomo Altrove: Eppure ti dico che avevo guardato… ‒ prova a giustificarsi... Tu neanche rispondi, tanto questa storia la conosci a memoria: la casa è un luogo sconosciuto agli esseri di sesso maschile, pieno di cunicoli e botole segrete.
Uomo Altrove: Comunque grazie amore… Ecco qui, adesso papà ti mette il pigiamino!!
Ti rimetti i guanti e torni a fare le tue cose in cucina. Passano quasi sette minuti, poi inizi a sentire delle voci provenire dal bagno. Anche questa volta ti suonano familiari.
La voce dell’Uomo Altrove è piuttosto alterata.
Uomo Altrove: Adesso basta, dai! Prendi questo spazzolino. No, così no… dai che bagni tutto! Poi chi la sente tua madre!! (ecco, la folle isterica sei sempre tu!)
Amore… ‒ fai finta di non sentire (e poi perché continua a chiamarti “amore” se la sua voce è carica di rabbia?)
Amoreeeee… ‒ persisti nella tua sordità, finché non vedi l’Uomo Altrove precipitarsi in cucina, paonazzo, con uno spazzolino da denti in mano che blandisce contro di te come una spada.
Uomo Altrove: Non si vuole lavare i denti!
Mom: Ma va? Dai, devi avere un po’ di pazienza, giocaci un po’ e vedrai… cantale una canzoncina!
Uomo Altrove: No, guarda, io non ci riesco, vai tu.
Mom: Ok.
Ti togli di nuovo i guanti e raggiungi tua figlia in bagno.
E poi SuperNonna si stupisce perché non usi più i guanti da cucina!

lunedì 14 dicembre 2009

DIALOGHI DELL'ASSURDO

Amica: Allora, ragazze, ho una notizia importante!
Mom: macchina nuova?
Amica: ma no! Molto più importante.
Mom: ti hanno dato un aumento?
Amica: mooolto più importante...
Mom: ...
Amica: Sono incinta! Sono solo al secondo mese...
Mom: hai già una baby sitter? E una brava massagiatrice?

giovedì 10 dicembre 2009

Fase 3. Genesi di una torta

Non sai spiegarti come, ma in qualche modo eri riuscita a gestire i tuoi piccoli tiranni mentre frullavi, giravi, tagliuzzavi, infornavi. Ora la tua “creazione” cominciava a prendere concretamente forma sotto i tuoi occhi. Dal forno sentivi arrivare il profumo vanigliato del pandispagna che sembrava dirti: “mi sto gonfiando a regola d’arte!”. La crema iniziava ad addensarsi sotto i tuoi occhi, il cioccolato si arrendeva al calore dell’acqua del bagnomaria, fino a sciogliersi voluttuosamente. Tutto procedeva al meglio. E tu non facevi altro che assaggiare: una scucchiaiata di crema, una leccatina al cioccolato e… che libidine! Nella tua bocca quegli ingredienti un tempo solitari diventavano musica per il palato, in un perfetto accordo di sapori. L’armonia del cibo! Ogni volta che, dopo fatica, sbagli e maldestraggini varie, ti trovavi di fronte a un piatto ben riuscito, non potevi che pensare sempre la stessa cosa: “questa è magia!”. Partire dal nulla e creare qualcosa che avrebbe messo d’accordo tutti. Per questo adoravi cucinare. Per quella sensazione magica che si prova vedendo gli ingredienti prendere forma ed evolversi fra le proprie mani. Una sensazione indescrivibile. E mentre eri assorta in questi pensieri, i sensi storditi dall’odore del cioccolato fondente, il pianto del Cucciolo ti ha riportato bruscamente alla realtà: era l’ora della poppata, e dovevi togliere il pandispagna dal forno. In più Piccola Despota aveva la panna in ogni parte del corpo e reclamava di essere pulita a dovere. A quel punto ti ha assalito un altro pensiero. E ti è venuta in mente quella tipa odiosissima, magra bionda e perfettina della pubblicità della Cameo. Quella con le due bimbe che sembrano appena uscite dalla casa del Mulino Bianco che, mentre versa un liquame scuro non meglio identificabile in una tortiera con un ghigno odioso sentenzia: “io non so come dopo una giornatina così ho ancora voglia di fare una torta!”. In questo momento vorresti averla davanti per precisare giusto due tre cosine e con le mani al collo dirle: «ciccia hai idea di cosa significhi fare una torta? Cioè prendere le uova, sbatterle, montare gli albumi, sporcare inverosimilmente tutta la cucina… e non versare una roba nel forno. E non con due bambine praticamente mute che ti guardano tutte pulite pettinate e sorridenti, ma con due esseri umani veri che piangono urlano gridano e si sporcano. Questa è “una giornatina così” e questa, cara mia, è una torta!» pensi tra te e te, mentre fai colare la crema sul pandispagna.

sabato 5 dicembre 2009

Fase 2: la Preparazione

Ok. Gli ingredienti ci sono tutti. Ti infili il tuo grembiulino da cuoca provetta e inizi. Per fortuna che è sabato, almeno c’è l’Uomo Altrove ad aiutarti con i bimbi…
– Amoreee? – è la sua voce. Quando ti chiama così non c’è da aspettarsi nulla di buono.
– Sì? – rispondi titubante.
– Allora oggi monto il mobile in salotto!
– Oggi? – la voce ti trema.
– Certo, è sabato! – non fa una piega.
– Ma devo fare la torta! È una settimana che mi preparo!
– Ma proprio oggi?
– La festa è domani! Non posso mica farla stanotte! – quello sguardo non ti piace: ha la faccia di chi sta seriamente pensando di metterti il silenziatore al frullatore e farti cucinare di notte. Allora rilanci:
– Va bene, non c’è problema. Io faccio la torta e tu monti il mobile. Che sarà mai?
Da quel momento è iniziato l’inferno. Piccola Despota con l’escalation di capricci per farvi scontare quelle due ore della sua vita in cui non era stata il centro del vostro universo. Cucciolo d’Uomo con le sue assurde pretese di nutrirsi ad ogni istante. E tu, stoica, che non molli. Ti prendi Despotina e la metti a frullare la panna: “Giochiamo a signore, vedi?”, poi avvicini il passeggino alla cucina, e mentre giri la crema con una mano, con l’altra culli il puffo frignante e… stupore! Ti accorgi che i rumori della cucina gli piacciono: al suono del frullatore il piccoletto si calma! A volte anche una miscredente come te è tentata di credere che Dio esista.

venerdì 4 dicembre 2009

Fase 1: la spesa

Come prima cosa dovevi procurarti tutti gli ingredienti. Il che voleva dire fare la spesa. Operazione un tempo semplice e veloce, che ora richiedeva invece notevoli doti organizzative. Delle quali, per tua fortuna sei ben provvista. Quindi: allatta il Cucciolo, fallo addormentare, fai un calcolo verosimile di quando avrebbe dovuto risvegliarsi affamato, lascia una scorta di latte per estrema sicurezza, cambialo, vestilo e infine parcheggialo per un’oretta da SuperNonna (non senza prima averla rimbambita di raccomandazioni di ogni tipo).
Bene, ora potevi uscire. Ti sei recata al supermercato con l’occhio fisso sull’orologio e, lista alla mano, hai iniziato a caricare il carrello. Al momento di pagare, il cassiere ti ha guardato beffardo:
– A signo’ che c’ha paura che arriva la guerra?
– Devo SOLO fare una torta di compleanno! – hai risposto piccata. Poi hai buttato un occhio al carrello: venti uova, tre chili di farina, due di zucchero, tre litri di latte… beh, effettivamente le quantità erano imponenti. Ma tu avevi seguito alla lettera le indicazioni della ricetta. Moltiplicando gli ingredienti per l’orda di invitati previsti. Mmm… forse ti stavi sopravvalutando. Una torta per 40 persone: non era pretendere troppo da se stesse? Ma noooo! Ce l’avresti fatta. Così, carica di ottimismo (e dopo aver girato altri quattro supermercati per cercare delle decorazioni degne), eri pronta per il passo successivo.

giovedì 3 dicembre 2009

Missione torta

… E così ti sei cimentata nella preparazione della torta di compleanno. Come la tua mania organizzatrice ti impone, prima di cominciare hai cercato di fissare bene nella tua testa l’obiettivo: doveva essere ricca ma non pesante, era fondamentale usare pochi ingredienti, ma freschissimi (il pancino dei bambini è sacrosanto!), niente liquore né aromi forti, e soprattutto dovevi accontentare la richiesta tassativa di tua figlia: PANNA E CIOCCOLATO! (ha già i gusti della mamma la piccolina!). Infine, c’era un ultimo elemento da non trascurare assolutamente: la decorazione. Non potevi mica far sfigurare la Despotina davanti alle sue amichette che avevano sfoggiato torte con ogni sorta di personaggio Disney! Bene ora che avevi elencato tutte le caratteristiche fondamentali della tua creazione, potevi metterti all’opera e affrontare la tua missione fase per fase.