martedì 29 giugno 2010

Nuova voce alle donne

Perché ci sono donne e donne.
Parliamone, discutiamo, confrontiamoci.
Diamoci voce.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/29/news/documento_donne-5197806/?ref=HREC2-3

mercoledì 23 giugno 2010

A proposito...

Cogli al volo lo spunto del tuo ultimo post per fare una piccola precisazione: il titolo di questo blog non è nato tanto “per caso”. Vuole essere, evidentemente, una citazione, ma estremamente ironica. Quando hai deciso di inaugurare questo piccolo spazio tutto tuo nel quale parlare della tua avventura di instancabile donna, lavoratrice, innamorata e sognatrice che, diventata mamma, diviene dapprima isterica ed esagitata, e poi, passo passo, impara a ridere di se stessa e inizia tutto sommato a divertirsi; bene, quando hai deciso di aprire questo blog, non sai perché ma ti è subito venuta in mente lei, Carrie. Ti sei ricordata quelle scene della serie in cui l’affascinate giornalista si accomoda voluttuosa sulla sua scrivania (sempre mezza nuda e con lo stacco di coscia ben in evidenza), davanti a uno scintillante Apple e inizia a scrivere con un sigaretta in mano e lo sguardo rivolto all’infinito. Sfumata questa immagine, hai pensato a te, e con una telecamera ideale hai zoomato sulla tua figura un po’ spettinata che, seduta per terra, con un portatile sgangherato sulle ginocchia, tenta di scrivere mentre cerca di fare addormentare il Cucciolo, con ancora il biberon in mano. Ora, come direbbe qualcuno, “la differenza salta agli occhi”. Tra te e Carrie ce ne passa.. Ma – ti sei detta – chi vuole ancora sentir parlare di irraggiungibili chimere quali scarpe costosissime e orgasmi multipli? Insomma, perché non mettere un attimo i piedi per terra e parlare delle nostre giornate, così come sono: incasinate, imperfette, spesso improvvisate? E allora perché non dare un bel calcio nel sedere alla bella Carrie e alle sue amichette con i loro non-problemi (della serie: quale abito metto per la prima di domani? Quale uomo mi porto a letto stasera? Quale cocktail scegliere per l’aperitivo con le amiche?) e mostrare invece quanto possa essere affascinate, romantica e soprattutto estremamente buffa e divertente la vita normalissima di una normalissima Mom?
Nasce così Mom and the City.

lunedì 14 giugno 2010

Sex and the City 2. Uno era già troppo...

Ieri sei andata al cinema. Già questo merita un plauso, viste le acrobazie nella quali ti sei esibita per poter uscire alle 20.30 dopo aver preparato la cena a Despota e Uomo Altrove, allattato il Cucciolo e aver provato a renderti presentabile in pubblico in soli dieci minuti. Era, manco a dirlo, un’uscita tra donne, e la vostra fedeltà ai più nobili cliché imponeva che avreste visto Sex and the City 2. Ora, normalmente dopo aver visto un film ti viene naturale azzardare una piccola critica o perlomeno buttare giù qualche commento con le tue amiche. Ma stavolta no. Sei uscita dalla sala con l’espressione tra il depresso e l’allucinato. Certo, eri consapevole che la scelta non era caduta su un film di Truffaut, ma speravi almeno in un paio di ore di sana evasione. Eri molto, molto ottimista. A questo punto magari sarebbe il caso di argomentare il tuo disappunto, di buttare giù uno straccio di critica, raccontare la trama, almeno. Ma come puoi? Si può descrivere il nulla più totale? Ecco, se proprio dovessi trovare una definizione, lo definiresti il film dell’assenza. Assenza di trama innanzitutto. Assenza di sceneggiatura. Assenza di senso del pudore. E non per le scene di sesso o le battute spinte, ma per il semplice fatto che ci vuole parecchio coraggio per mettere in circolazione un film del genere. Una larga fetta di lettrici ora ti starà dando della bacchettona o dell’intellettuale con vezzi radical chic, ma non è così. Altrimenti non saresti neanche andata al cinema a vedere una pellicola del genere. E invece hai voluto dargli una possibilità: in fondo la serie la trovavi divertente proprio per quel suo modo di essere così eccessiva, anche se a volte sfiorava la caricatura. Però quattro risate te le strappava. Ma il film no. Il film ti ha fatto uscire dalla sala con l’amaro in bocca. Perché la succitata sale era piena. Di donne, naturalmente. Che non hanno fatto altro che commentare vestiti, scarpe, gioielli, uomini. E sospirare. “ Ah… che gonna!”, “Ah… che tacchi!!”, “Ah… che figo!”. Come se davvero quello fosse l’ideale di donna irraggiungibile e perfetto. E qui scatta l’amarezza. Ma davvero le uniche cose che una donna possa desiderare sono scarpe e vestiti costosi e un uomo prestante che le faccia regali altrettanto costosi? Ma perché dobbiamo sempre darci la zappa sui piedi noi donne? Ma saremo un tantinello più in alto di uno stereotipo così (lasciatemelo dire) volgare? Insomma quel film, quella sala, quei commenti, ti hanno fatto riflettere parecchio. Perché hai dovuto constatare, tuo malgrado, che per molte donne quello è “Il Sogno” di una vita. Quelli i “valori” in cui credere. E questo ti ha fatto rabbrividire. Tanto più considerando il fatto che hai una figlia femmina. Insomma, è davvero questo ciò che vogliamo trasmettere alle nostre bambine?

domenica 6 giugno 2010

La vendetta di una geisha

Ieri L’Uomo Altrove è rientrato a casa tutto sorridente abbracciando teneramente il suo ultimo giocattolino: una tv al plasma. Tu naturalmente non eri stata minimamente avvisata dell’intenzione di comprarne una. Del resto, la tecnica ormai è nota: ha annunciato l’acquisto a Piccola Despota e poi ti ha guardato con l’occhio furbo di chi gioca sporco. Ora, per capire a fondo la situazione è il caso di precisare un paio di cosette. La televisione per te è un complemento d’arredo. Non la vedi praticamente mai, eccezion fatta per i cartoni che da quattro anni a questa parte Piccola Despota ti costringe a guardare. Ma se una tv in salotto al giorno d’oggi non si nega a nessuno, per quella in camera da letto, magari se ne potrebbe discutere. E invece niente. Da quando avete iniziato la vostra convivenza, su questo Uomo Altrove è stato categorico: “io senza tv non mi addormento… per cui… ”. A quel punto avresti potuto fargli notare che tu, invece, per dormire eri solita immergerti nel buio e nel silenzio più totale e che la presenza di una televisione nella camera da letto nega evidentemente entrambe le componenti. Ma erano i primi mesi di convivenza, tu eri giovane e ingenua e il tuo istinto di geisha ti ha frenato. “È soltanto una televisione”, hai pensato… “che sarà mai!!”. Certo non avresti mai immaginato che, a distanza di anni, voltandoti nel letto a notte fonda avresti sentito un oggetto conficcarsi nella schiena: un telecomando. Toh, eccone un altro (altra grande invenzione sky!!) e aprendo gli occhi ti saresti trovata di fronte al poco edificante spettacolo dell’Uomo Altrove praticamente svenuto sul letto con la tv accesa sul canale sportivo. Ecco cosa succede con una televisione in camera da letto. Negli anni successivi a nulla sono valse le tue richieste, preghiere, minacce. La tv è rimasta al suo posto. Fino a ieri quando, non pago, Uomo Altrove ha deciso di rilanciare alla grande e frullare alla velocità della luce il vecchio televisore per sostituirlo con il suo nuovo mega tv al plasma, fissato bellamente sulla parete. Lo hai sentito armeggiare per tutto il giorno con il trapano, finché non ti sei sentita chiamare. La voce gli tremava per l’emozione. Sei entrata in camera e te lo sei trovato sdraiato sul letto, mani dietro la testa: “è meglio del cinema!” ha esclamato tutto soddisfatto. Per un momento sei stata indecisa sulla reazione da assumere: prendere un oggetto contundente e scagliarlo sul televisore nuovo, afferrare un cuscino e soffocare tuo marito, oppure, più semplicemente, regalargli un sorriso di circostanza e tramare in segreto una lenta e perfidissima vendetta? Il tuo istinto non violento e riflessivo ti ha spinto a prediligere l’ultima opzione… E Uomo Altrove non immagina neanche lontanamente cosa è capace di fare una docilissima geisha quando decide di vendicarsi…