giovedì 28 gennaio 2010

DIALOGHI DELL'ASSURDO

Mom: piccola è ora di andare: saluta la nonna e prendi la giacca!
Piccola Despota: sì sì mo’ arrivo!
Mom: COSAAAAAAAA? (forse hai sentito male… forse ha detto “Mom”, sta imparando l’inglese…)
Piccola Despota: MO’ arrivo!
Mom: Tesoro di mamma e ora da dove viene questa parola? Non si dice “mo’”
Piccola Despota: la maestra lo dice.
E adesso che le rispondi? Non puoi screditare la maestra, ma non puoi neanche lasciare che continui a pronunciare quella parola terribile…
SuperNonna: la mamma ha studiato più della maestra. Mo’ non si dice.
Chiara e circostanziata. Non c’è niente da fare, SuperNonna non si batte.

venerdì 22 gennaio 2010

Elogio alla lentezza

Hai sempre fretta. Non fai che andare di corsa. Dove? Al supermercato, a prendere la piccola a scuola, dal pediatra… sempre con l’occhio fisso sull’orologio per non sforare mai cinque minuti sulla maledetta “tabella di marcia”. Già il nome la dice lunga: “tabella di marcia”, non c’è di che stare allegri! Delle volte ti stanca soltanto l’idea di dover sempre correre. Anche quando decidi di regalarti un momento di relax, chessò per una lunga doccia calda o per un paio d’ore di shopping sfrenato (ci risiamo!), devi necessariamente accelerare i ritmi per poter riuscire a ritagliarti quei preziosi minuti in più. Ma può ogni tua giornata essere una corsa contro il tempo? La risposta ti è magicamente arrivata ieri sera, quando, per addormentare Piccola Despota, ti sei trovata fra le mani un nuovo magnifico libro* nel quale gli animali del bosco si scambiano lettere tenere e poetiche spesso strambe ma sempre affascinanti. Questa è la lettera della tartaruga alla chiocciola:


Egregia chiocciola,
con mio gran dispiacere, ho fretta.
Cosa devo fare? Presto!
  La tartaruga

Verso sera, una lettera lenta, scritta con molta diligenza, scese avvitandosi nell’aria davanti ai suoi occhi.

Cara tartaruga,
che tragedia per Lei,
La fretta è una cosa detestabile.
La combatta, la metta KO, l’accartocci,
la riduca a una pallottola insignificante.
Poi la ficchi sottoterra.
E soprattutto resti calma.
Perché se noi due perdiamo la calma,
sono guai.
  La chiocciola

... meditate gente meditate... (e non lasciatevi scappare questo libro!!)

* Toon Tellegen, Lettere dello scoiattolo alla formica, Feltrinelli Kids

lunedì 18 gennaio 2010

Un minuto di raccoglimento

Oggi hai fatto una scoperta terribile.
A tua figlia non piacciono le big bubble.
Quelle meravigliose saporitissime gomme che con tanto entusiasmo le hai nascosto nella calzetta.
Quelle gomme inverosimilmente rosa che da piccola masticavi per ore fino a sentirti la mandibola a pezzi. Quelle magnifiche big bubble col pacchetto blu con le quali facevi gare su gare (una volta sei riuscita a infilartene in bocca una confezione intera battendo tuo fratello e fu una soddisfazione immensa).
Quelle big bubble con le quali facevi dei palloni spropositati che quando scoppiavano ti lasciavano appiccicata mezza faccia.
Ecco, quelle fantastiche, mitiche gomme, dolcissimo ricordo della tua infanzia, non hanno sortito alcun successo presso Piccola Despota. Oggi ne ha assaggiata una per la prima volta e tu eri emozionata per lei pensando alla festa che avrebbero fatto le papille gustative nella sua bocca e invece… niente. L’indifferenza. L’ha masticata due secondi e poi l’ha sputata con noncuranza. «Non mi piace» ha sentenziato secca. «Mi dai quell’altra?». Una vigorsol. Tua figlia ha barattato una big bubble per una vigorsol. Non puoi capacitartene. Sei atterrita. Sono duri colpi. Propongo un minuto di raccoglimento.

giovedì 14 gennaio 2010

DIALOGHI DELL'ASSURDO

Piccola Despota: mamma, non puoi mangiare le patatine!
Mom: come?
Piccola Despota: non le puoi mangiare, ti fanno male!
Mom: veramente dovrei essere io a dirlo a te…
Piccola Despota: tu mangi troppe schifezze! (te lo stai sognando questo dialogo o sta accadendo davvero?)
Mom: … (incredula e con la bocca ancora sporca di patatine)
Piccola Despota: … quelle vanno nel tuo pancino, restano un po’ lì, poi salgono su su fino alla sisotta, e quando dai il latte al fratellino lui si mangia tutte le tue schifezze! E lui è piccolo non può mangiarle
Mom: sei stata da nonna oggi, vero?

lunedì 11 gennaio 2010

...

... Oggi ti senti così... silenziosa e malinconica... sarà questa pioggia lieve e costante che sembra scandire un battito, richiamarci all'ascolto... Sarà per questo che ti è tornata alla mente una poesia, piccola e preziosa... hai iniziato a ricordarla goccia a goccia, parola dopo parola, e ti è venuta voglia di "regalarla" a tutti coloro che stanno leggendo.

Io cammino fumando
e dopo ogni boccata
attraverso il mio fumo
e sto dove non stavo
dove prima soffiavo

Valerio Magrelli

giovedì 7 gennaio 2010

La Befana vien di notte

La scorsa notte, da brava Befana, hai preparato la calzetta a Piccola Despota. È stata una lunga, dolce notte. L’Uomo altrove era, neanche a dirlo, “altrove”, per cui ti sei dovuta barcamenare da sola fra l’eccitazione della despotina che non voleva saperne di addormentarsi (“voglio sentire la Befana che atterra con la scopa!!!”) e il Cucciolo che reclamava, come sempre, il suo frigo ambulante, ovvero il tuo seno. Alla fine, stremata, hai deciso di prendere due piccioni con una fava (“o la va o la spacca”, hai pensato): hai messo a letto la despotina, hai preso in braccio il Cucciolo, e mentre lui si attaccava avidamente al tuo seno, hai iniziato a raccontare una favola tutta stramba (naturalmente frutto della tua fantasia contorta) a tua figlia. Non sai spiegarti come, ma il mix ha funzionato, e dopo una mezz’oretta i tuoi bimbi si erano magicamente addormentati. “Wow!” hai pensato, “ora mi metto il pigiama, mi lavo i denti alla velocità della luce e mi infilo sotto le coperte anch’io!”. Ma i tuoi sogni di gloria si sono presto spenti quando ti sei ricordata che era la notte della Befana e dovevi preparare una splendida calzetta alla tua Piccola Despota. Così ti sei rimboccata le maniche, hai preso la busta dei dolcetti nascosta nell’armadio e hai cominciato ad allestire la tua calzetta: cioccolatini, galatine, lecca lecca, marshmallow e così via… riempivi e assaggiavi, assaggiavi e riempivi… e mentre ingurgitavi schifezze di ogni genere e forma, riaffioravano pian piano i tuoi ricordi dal passato… l’eccitazione che non ti faceva dormire, le cacce al tesoro in pigiama per cercare la calzetta, la scatola di latta dove SuperNonna riponeva tutti dolcetti che, dal 7 gennaio, diventava l’oggetto del desiderio per te e tuo fratello. All’improvviso hai sentito come un vuoto allo stomaco… ti sei domandata quante volte, da adulta, avevi provato emozioni come quelle: improvvise, spontanee, totali. È fantastica la capacità che hanno i bambini di gioire delle piccole cose. I loro sguardi colmi di gratitudine e sorpresa. L’adrenalina che li pervade quando si trovano davanti a qualcosa di inatteso. Tutte cose che fatichiamo a ricordarci quando cresciamo. Ma forse diventare genitori serve anche a questo: a farci indicare la strada, e farci insegnare da quei piccoli puffi cosa sia davvero importante nella vita. Un ultimo cioccolatino e chiudi il tuo tuffo nel passato. La calzetta è pronta. La poggi con cura sotto l’albero e te ne vai a dormire… e non vedi l’ora che sia mattina per poter vedere la faccia di tua figlia di fronte a quella sorpresa tanto attesa.

venerdì 1 gennaio 2010

Grandi soddisfazioni - Parte Seconda

Dunque eccoci qui, la partita ha inizio. Tra errori clamorosi, azzardi, e vere e proprie “botte di fortuna”, i giocatori cominciano ad uscire, uno a uno. Tu sei più volte sul punto di morire, ma poi, in un modo o nell’altro riesci sempre a rifarti. Finché il caso vuole che gli ultimi giocatori a rimanere in gara siate proprio tu e l’Uomo Altrove. Sai di non avere speranze: tu non giochi mai, e in più cominci anche a romperti e desideri soltanto che la partita finisca. Lui invece è adrenalinico e super concentrato come se ci fosse in ballo il gettone per il “Super Torneo Mondiale dei Mejo Campioni di Tutti i Tempi”. La partita fra di voi va avanti per un po’ finché tu non ne puoi più: spizzi le tue carte: donna e cinque. Né brutte né belle, ma la donna è di cuori e ti sta simpatica. In più la vuoi tagliare corta, tra poco dovrai allattare il cucciolo. «All in» dichiari decisa. Lui ti guarda con una smorfia: «Non hai niente», sentenzia. E viene a vederti. Si scoprono le carte: SHODOWN! Lui ha l’asso (Uff!!). Poi si mostrano le tre a terra: niente di buono. È in vantaggio lui. Un’altra carta, e un’altra ancora: UNA DONNA. Non ci credi: lo guardi incredula e gli chiedi: « Ho vinto?». Alzi gli occhi: l’Uomo Altrove è paonazzo e sta imprecando in tutte le lingue che conosce. Ma cos’è questa cosa che senti? Eh eh eh… SODDISFAZIONE… non pensavi si potesse provare una tale goduria… tu, pivellina del poker, lo hai battuto a mani basse. Sfoggi un sorrisino compiaciuto e con aria noncurante lo provochi: «Un’altra partitina, amore?».