martedì 27 settembre 2011

Moms@work

Donne e lavoro: perché è così complicato? Per non dire mamme e lavoro. Non fai che chiedertelo, e continui a rimuginare, cercando inutilmente di capire cos'è che non va. Perché, ti domandi, una donna, una mamma nella fattispecie, deve inesorabilmente trovarsi di fronte a quel malefico bivio: famiglia o lavoro? Oppure deve ritrovarsi invischiata nell'affannoso tentativo di inseguire il mito del nostro secolo: la donna perfetta che riesce a fare (naturalmente in modo impeccabile) tutto. Cosa sarà mai a spingerci a correrre affannosamente dietro a quell'assurdo modello? Forse tutte le aspettative che ci sono cadute addosso negli ultimi decenni. Quel diritto alla parità che troppo spesso sembra diventato un dovere. O le ansie delle nostre mamme, che ci hanno caricato di questo ingrato compito: realizzare i loro sogni, le loro smanie di indipendenza, autonomia, libertà. Perché “una volta non si poteva, ma adesso... Adesso a tuo marito puoi pure mettergli in tavola un cibo surgelato per cena”. Certo che potresti, ma se, semplicemente, non volessi? Perché deve essere così difficile scegliere liberamente ciò che si desidera per se stesse, per i propri figli, per la propria famiglia? Perché, qualunque scelta si decida di fare si finisce sempre, inevitabilmente per sentirsi delle “donne a metà”?
Perché, se scegliamo il lavoro tutto e tutti si accaniranno per convincerci che i nostri figli ne rimarranno segnati a vita e se invece scegliamo la famiglia rischieremo di essere additate come mamme chioccie per il resto dei nostri giorni? Perché, semplicemente, non possiamo credere, e convincerci davvero, che i nostri figli saranno felici di noi perché siamo le loro mamme, indipendentemente dal lavoro che svolgiamo fuori o dentro casa, dalle ore passate a giocare con loro o dalle torte sfornate per i loro compleanni. Sarebbe bello poter pensare che per essere una mamma perfetta sia sufficiente essere La Mamma. Unica e insostituibile. Indipendentemente da tutto. La realtà sembra però essere diversa da questi tuoi sogni ad occhi aperti e così non fai che vedere mamme come te, divise, confuse e sovraccariche di sensi di colpa.
Ma quello che più ti brucia è che tutte queste donne, queste mamme che ti circondano sono, nella stragrande maggioranza dei casi, delle Gran Donne. Donne con le palle. E viste dall'esterno, ognuna, a modo suo, potrebbe già dirsi ampiamente “realizzata”. Perché è ironica, perché sa tenere in piedi un rapporto di coppia difficile, perché, nonostante tutto e tutti, è davvero un'ottima mamma. Eppure senti che poche di noi possono dire di sentirsi, nel loro profondo, davvero realizzate.E ti chiedi perché. Perché sembra così necessario essere perfette in tutto, saper fare tutto, non mostrare mai un segno di debolezza? Perché è così “sconveniente” ammettere che si ama il proprio lavoro, senza essere assalite dai sensi di colpa? E perché, allo stesso modo, non si può semplicemente decidere di “rinunciare” (Ahi! Quella parola!) ad una fantomatica carriera perché semplicemente “non ne vale la pena”? Sembri farenticare, lo sai. È che tutta questa faccenda continua a roderti dentro e tu non fai che sentire una gran rabbia per tutte quelle donne fantastiche che, come te, continuano a sentirsi “a metà”. Sarà che ti piace lavorare e il tuo lavoro sai farlo bene. Ma poi pensi a quanto ami avere del tempo per cucinare, per leggere e soprattutto per accompagnare i tuoi figli in ogni passo della loro crescita senza dover MAI perdere neache un secondo della loro vita. Pensi che poi, come al solito, in mezzo alle tue elucubrazioni bisogna infilarci, tuo malgrado, anche la vita pratica. E che il vile denaro troppo spesso sancisce lo spartiacque. Ma soprattutO sei convinta di una cosa: che soltanto noi donne, con i nostri grovigli interiori e la nostra forza granitica possiamo affrontare tutto questo. Questo essere sballotate fra necessità e aspirazioni. Questa immensa difficoltà nel trovare il nostro posto, il nostro ruolo, la nostra vera strada. E che mai nessun uomo potrà capire quello che abbiamo dentro: lo strazio, la lacerazione che delle volte ci coglie nel dover SCEGLIERE. E che, lasciatemelo dire, troppo spesso tutte queste donne “a metà” valgono assai di più di un uomo “per intero”.

7 commenti:

  1. Non mi vedi ma ti sto applaudendo per ogni singola parola che hai scritto e che condivido in pieno. Scelta: questa è la caratteristica che accomuna le donne di oggi, e qualsiasi sia la strada imboccata il senso di colpa non molla... sai che ti dico? Fiera di essere una donna "a metà"!

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  2. Grazie Chiaraluce, davvero. Commenti come il tuo mi commuovono!:-) Anch'io sono fiera di essere donna, seppure a metà, perché penso che proprio tutte queste difficoltà ci rendono così speciali e cazzute...però a volte è proprio dura!!!

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  3. Purtroppo anche i modelli che ci arrivano dai mass media sono quantomeno fasulli. Se tu guardi la pubblicità dei ravioli surgelati di non so quale marca, c'è la mogliettina che prepara la cena e il marito che non la porta mai fuori al ristorante. Insomma sembriamo delle autentiche deficienti agli occhi dei cari signori pubblicitari. Queste cose mi fanno arrabbiare terribilmente.

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  4. Ciao Mom, sapessi quanto ti capisco. Anche io sono una mamma a metà. Ho rinunciato al lavoro il giorno stesso in cui ho partorito, chiudendo un'attività che a causa della crisi non andava tanto bene. Ho pensato che non valesse la pena di continuare ad arrabbattarmi per pochi spiccioli ed hho preferito lasciare tutto e fare la mamma...almeno per un po', finchè il pupo non andrà al Nido. A volte sto malissimo, vorrei tanto tornare a sentirmi realizzata anche dal punto di vista lavorativo, ho studiato tanto ed ho sempre lavorato nella mia vita, rendendomi autonoma...ma poi penso: vale realmente la pena lasciare Ale con chicchessia per un lavoro che non so nemmeno quanto sia realmente remunerativo? La libera professione ti può anche massacrare...lavori come un dannato e la gente non ti paga.
    Per ora sono ancora qui, mamma full time... col tempo si vedrà!
    Carinissimo il tuo blog...tornerò a trovarti!
    un abbraccio da una donna a metà (sticazzi a metà) ;o)

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  5. ti linko sul mio blog per non perderti di vista!

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  6. Ciao.. ti scrivo dall'ufficio, in uno di quei momenti in cui la metà "mamma" scalpita, e cerca conforto per tirare avanti le ore che mancano per poter tornare finalmente a casa.
    Forza, coraggio.. e, soprattutto, buon weekend!

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    1. Grazie a tutte! Leggendo le vostre parole non posso che rafforzare la mia convinzione: noi donne siamo troppo cazzute! :-)

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