martedì 9 febbraio 2010

A scuola di dialetto!

C’è una cosa che devi confessare. Qualcosa che hai faticato tu stessa ad accettare, che non ti perdoni, ma che, crescendo, hai imparato a “mandar giù”. Talvolta ti sei scoperta leggermente intollerante. Una parola orribile, che vorresti cancellare dal tuo dizionario personale delle emozioni; un sentimento che speri i tuoi figli non provino mai. Eppure, nonostante tutta la tua apertura mentale, le tue idee politiche ecc, ecc, hai scoperto negli anni che c’è una cosuccia che ti rende un tantino intransigente: non sopporti sentir parlare MALE. Come diceva Moretti, “le parole sono importanti” e vederle gettar via così, a casaccio, ti crea una sincera sofferenza interiore. Non stiamo parlando di italiano puro, da Accademia della Crusca, non sei il tipo… ti faresti ridere da sola a pronunciare parole come “ella”, “codesto”, “costì”… Stiamo parlando, semplicemente, di riflettere almeno un secondo prima di aprir bocca e di non coniare parole nuove a ogni batter di ciglia… insomma, ci stai girando intorno, ma la realtà è che non sopporti il COATTESE. Quelli di Roma e dintorni sanno a cosa ti riferisci. Quel linguaggio “giovane”, tutto strascicato, che ti fa venire la pelle d’oca ogni volta che lo senti… tutti quei “bella regà”, “bella zi’” “bella ci’”… quel gergo così di moda tra gli adolescenti, che solo a pensarlo in bocca ai tuoi figli tra una decina di anni ti fa sentire male. Ora, seriamente, non sarebbe meglio tornare, semplicemente, al nostro bel dialetto? L’italiano ci sembra troppo pulito, accademico, formale? Bene, parliamo in dialetto. Ma quello vero. Quello de Roma. Quel dialetto ricco e fantasioso che ha nutrito generazioni di comici di altissima levatura e che, invece che far rabbrividire, riempie il cuore e allarga la bocca in un sorriso che spesso sfocia in una calda risata. Certo c’è da studiare, ma con un po’ di impegno si possono fare grandi progressi. Oppure si possono fare dei piccoli stage intensivi. Tipo un week end da SuperNonna: si invita lo zio Dedde, qualche parente, qualche zia acquisita molto pittoresca e il gioco è fatto. Basta un pranzo della domenica e le nozioni base sono già vostre.
Cominciamo, per esempio, dall’uso del plurale. Niente di più facile. Per ogni parola dal suono vagamente “forestiero” il plurale si fa, semplicemente, aggiungendo una “i” alla fine.
Ecco qualche piccolo esempio:

- Sport diventa Sporti
- Autobus diventa Auti
- Camion diventa Camii (qui meglio mettere due “i” visto che quella “n” finale si mostra alquanto minacciosa)
- Naylon diventa Nailii (come sopra!)

E così via… ora provate anche voi, esercitatevi e, se avete voglia, regalatemi qualche altro esempio…

8 commenti:

  1. jijji approvo gli stage intensivo, poi per quel che ho capito supernonna non solo racchiude in sè il parlar dialettale antico, ma ancora lo tien vivo.

    forse mi sbagli ma mi pare di aver io stessa ascoltato sentirle dire:
    - Amammesi..... va da sè che se l'anamnesi era riferita a una nonna....

    jijiji

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  2. Si però non confondiamo il dialetto con gli strafalcioni. Il plurale in "i" dei termini che finiscono per consonante è a tutti gli effetti una regola grammaticale, mentre quelli che cita ermalana sono più strafalcioni personali di SuperNonna, che è famosa per questo!

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  3. e il camino che arricchito della generosità tipica di voi romani si trasforma in cammino... come dire se non avanza (le "m") si vede che non era abbastanza... questo è dialetto o no?

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  4. bè questo è proprio l'ABC... guera, chitara, con una sola "R" sennò è erore...:-)

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  5. so proprio de milano.... manco le basi ....

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  6. so che essendo una lettrice silenziosa non avrei il diritto di scrivere... ma non posso non condividere con voi I MONETI ebbene si al supermercato la cassiera si gira e chiede alla collega SENTI CHE C'HAI DAI CAMBIA' UN PO' DE MONETI?

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  7. i MONETI sono fantastici!!!non l'avevo mai sentiti..grazie per averli condivisi, lettrice silenziosa...e RICORDA: quello di commentare sul mio blog non è un diritto, ma un DOVERE:-)

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  8. La mia Amica di Oxtia: "Jessica, ti va un paninetto prima di pranzo?"
    J: "ma sì,cos'hai?"
    A: "preciutto di Parma!"
    ..varrà, anche se è di Ostia?!
    ciao
    Jessica

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